Persone sole, soprattutto donne, separate, nubili, magari con bambini, sono loro la stragrande maggioranza delle richieste presentate alla Segreteria alle finanze: quasi il 50 per cento del totale.
185 i nuclei unifamiliari, che non riescono a fare fronte al rialzato costo della vita, di questi una 40ina sono uomini, solo il 20 per cento.
Se dunque la maggioranza sono donne separate, divorziate o con figli a carico, al loro interno la maggioranza sono ragazze italiane o straniere. In una situazione di difficoltà aggravata dal fatto di non avere in territorio una rete famigliare di sostegno.
Tra le domande di aiuto anche quella di vedovi. Sono una 50ina in tutto e rappresentano circa il 12 per cento del totale. Anche qui sono le donne a farla da padrone, 40 contro dieci.
Situazioni difficili, dove la pensione sembra non bastare, magari legate a malattie o bisogni particolari, come l’assistenza continua di una badante dell’est.
Ma c’è anche un altro dato che fa riflettere tra le richieste sul tavolo delle finanze: 120 nuclei famigliari che ammettono di non arrivare a fine mese. Sono il 30 per cento del totale. Numeri minimi se rapportati alle famiglie sammarinesi, l’1,5 sugli 8mila 800 nuclei stando all’Ufficio programmazione economica, ma sicuramente significativi di un disagio che la Repubblica fino a ieri non conosceva, o comunque non ammetteva di conoscere.
Sono famiglie con situazioni difficili, legate a contingenze varie, per esempio malattie.
La commissione ha analizzato la metà delle domande e disegna un quadro di nuove povertà rispetto alle quali, lo Stato sociale, così come è strutturato, non riesce a far fronte.
Prevedere nuovi interventi, ma soprattutto identificare meglio caso per caso, dal momento che questo primo esame delle richieste non prende in considerazione la situazione economia o reddituale, dunque uno studio anche propedeutico all’intervento ipotizzato nel bilancio 2007 che prevede il certificato di credito sociale.
185 i nuclei unifamiliari, che non riescono a fare fronte al rialzato costo della vita, di questi una 40ina sono uomini, solo il 20 per cento.
Se dunque la maggioranza sono donne separate, divorziate o con figli a carico, al loro interno la maggioranza sono ragazze italiane o straniere. In una situazione di difficoltà aggravata dal fatto di non avere in territorio una rete famigliare di sostegno.
Tra le domande di aiuto anche quella di vedovi. Sono una 50ina in tutto e rappresentano circa il 12 per cento del totale. Anche qui sono le donne a farla da padrone, 40 contro dieci.
Situazioni difficili, dove la pensione sembra non bastare, magari legate a malattie o bisogni particolari, come l’assistenza continua di una badante dell’est.
Ma c’è anche un altro dato che fa riflettere tra le richieste sul tavolo delle finanze: 120 nuclei famigliari che ammettono di non arrivare a fine mese. Sono il 30 per cento del totale. Numeri minimi se rapportati alle famiglie sammarinesi, l’1,5 sugli 8mila 800 nuclei stando all’Ufficio programmazione economica, ma sicuramente significativi di un disagio che la Repubblica fino a ieri non conosceva, o comunque non ammetteva di conoscere.
Sono famiglie con situazioni difficili, legate a contingenze varie, per esempio malattie.
La commissione ha analizzato la metà delle domande e disegna un quadro di nuove povertà rispetto alle quali, lo Stato sociale, così come è strutturato, non riesce a far fronte.
Prevedere nuovi interventi, ma soprattutto identificare meglio caso per caso, dal momento che questo primo esame delle richieste non prende in considerazione la situazione economia o reddituale, dunque uno studio anche propedeutico all’intervento ipotizzato nel bilancio 2007 che prevede il certificato di credito sociale.
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