Sottovalutati i temi della legalità e il controllo delle attività economiche. I tempi di reazione non sono stati adeguati, ci si è focalizzati su modelli di business a modesto valore aggiunto. Nel finanziario ad esempio, il modello bancario adottato è ad elevato livello rischio di liquidità; investimenti insufficienti nel turismo e nella valorizzazione del patrimonio artistico e ambientale, nonostante San Marino sia patrimonio dell’Umanità Unesco. Altri elementi negativi, un eccesso di chiusura e una gestione non professionale e focalizzata del tema della reputazione. Un sistema pubblico “ingessato”, incapace di supportare adeguatamente i processi di crescita economica; e un modello di funzionamento politico-istituzionale non adeguato alle mutate circostanze complessive. Ma non tutto è negativo: negli ultimi due anni le leggi su trasparenza, collaborazione e adeguamento agli standard internazionali pongono San Marino come Paese allineato; non esistono più le società anonime e le azioni al portatore; ogni partecipazione fiduciaria è censita in Banca Centrale; non si può più costituire una società senza requisiti di idoneità e onorabilità, che vanno provati. Ci sono soglie di importo per l’emissione di assegni liberi, il segreto bancario è largamente compresso; la Banca Centrale e l’Agenzia di Informazione Finanziaria sono autonome rispetto all’Esecutivo e l’Ufficio centrale di collegamento scambia informazioni con gli omologhi organismi stranieri, come la Guardia di finanza italiana. Positivo è anche il percorso avviato per una maggiore integrazione con l’Unione Europea.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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