Non è passato l’aut-aut all’Italia proposto da Parlamento e dall’Esecutivo del Canton Ticino. Proponeva al Governo Centrale Svizzero di congelare i fondi di ristorno dei frontalieri – destinati ai Comuni italiani di provenienza dei lavoratori – in attesa dell’uscita della Svizzera dalla Black List Italiana. La richiesta è stata bocciata. Micheline Calmy-Rey, presidente della Confederazione, ha riconosciuto che “i rapporti tra Italia e Svizzera non sono dei migliori. Ma un blocco dei ristorni dei frontalieri creerebbe ulteriori attriti” ed ha invitato il Canton Ticino a procedere al pagamento dei 45,7 milioni di euro relativi al 2010. Un sospiro di sollievo per i Comuni del Varesotto, alle prese con i buchi provocati dal taglio dei trasferimenti statali. Ma la partita non è chiusa. Il Cantone insiste sulla revisione della percentuale – da restituire all’Italia - degli introiti fiscali dell’imposizione alla fonte dei frontalieri. L’intenzione è di passare dall’attuale 38,8, al 12,5%. All’orizzonte, dunque, una rinegoziazione dell’accordo sulle doppie imposizioni tra i due Paesi. Ciò che da anni si attende anche a San Marino. Resta fissato – intanto - per luglio, un nuovo appuntamento al tavolo di confronto sui frontalieri. Vi prenderanno parte esponenti delle Province di Pesaro/Urbino e Rimini e dell’Esecutivo sammarinese. Sarà l’occasione per fare un punto della situazione sui passi avanti compiuti
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