Oltre 2.500 le firme fin ora raccolte per sensibilizzare i Governi sammarinese ed italiano sulla necessità di garantire pari diritti e dignità ai lavoratori frontalieri. La campagna “Ora Basta” lanciata dal CSIR proseguirà per tutto il mese di ottobre e i sindacati contano di raggiungere quota 5000. Le cartoline firmate verranno poi consegnate all'Ambasciatore d'Italia a San Marino Sergio Mercuri e ai Capitani Reggenti. Il CSIR avvierà inoltre una serie di incontri con i Parlamentari Italiani eletti nei territori su storici nodi ancora aperti oltre a nuove criticità, come la tassazione delle pensioni degli ex lavoratori frontalieri. Sebbene nel 2014 – ricordano le tre sigle sindacali – San Marino abbia sottoscritto con l'Italia un accordo contro le doppie imposizioni, queste persone vengono ad oggi tassate in entrambi i Paesi.
“Si tratta per lo più – spiega Paride Neri della Cdls - di considerare che cosa prevede quella convenzione, che dice espressamente che le pensioni devono essere tassate in via generale nello Stato di residenza, con un'eccezione: tutte le pensioni erogate nell'ambito di assistenza sociale hanno la possibilità di essere tassate esclusivamente nel paese che le eroga, ergo San Marino. Su questo aspetto c'è il contenzioso fra i due Stati”. E sulla tassazione del 5% per gli ex frontalieri di Principato di Monaco e Svizzera, “Ci siamo accorti l'anno scorso di essere rimasti esclusi solo noi a San Marino” – dice Agostino D'Antonio Csdl. “Poi, a seguito di quella gaffe politica, sono arrivate le promesse. E' una cosa buona per i monegaschi, per gli svizzeri e lo sarebbe anche per noi, ma diversamente da loro dobbiamo partire dal presupposto che l'articolo 18 della convenzione tra Italia e San Marino non è correttamente interpretato. Ci saremmo quindi aspettati che la guardia di Finanza di Rimini, Forlì e quant'altro, prima di inviare multe ai lavoratori ex frontalieri, interpellassero il loro ministro per dare la giusta interpretazione della convenzione”.
E a proposito di reciprocità, l'Usl ricorda la battaglia per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori che devono supportare familiari con disabilità o gravi problemi di salute. “Ne sono esclusi sia i cittadini italiani che lavorano a San Marino che i sammarinesi che lavorano in Italia – rimarca Enrico Biordi. “E' uno di quei temi che hanno una rilevanza anche dal punto di vista sociale e che va risolto in maniera tempestiva”.