Un tavolo di crisi per rivendicare i diritti negati e, insieme alle istituzioni locali, dare impulso alle rivendicazioni che sono sul tavolo da troppo tempo. Si apre la fase d’emergenza e le istituzioni locali ribadiscono l’appoggio con una tavolo: vi siederanno rappresentanti del Coordinamento Frontalieri San Marino e i rappresentanti dei comuni e delle province di Rimini e Pesaro, della regione, i parlamentari locali, naturalmente lo CSIR (Consiglio sindacale interregionale), tenendo aperto il dialogo con il tavolo già costituito a San Marino. La diplomazia, dunque, per risolvere i fronti aperti: con San Marino, per abolire l’articolo 56 della Finanziaria e tornare ad un ugual trattamento fiscale con i lavoratori sammarinesi; con l’Italia, per la reintroduzione della franchigia, scomparsa nell’ultimo “Millepropoghe”, e il suo adeguamento al costo della vita. “Se anche il tavolo non dovesse funzionare – aggiunge Maurizio Morigi del Coordinamento Frontalieri – attueremo la mobilitazione annunciata, con una manifestazione a Roma a novembre. In marcia con noi saranno anche i frontalieri di Ventimiglia.
Indicato nuovamente l’ultimo vero obiettivo: una legge ordinaria per stabilizzare il trattamento economico dei lavoratori, con tasse pagate nel paese in cui si lavora, che poi verserà allo stato di provenienza. Se il modello è quello svizzero, non va meglio ai 55mila frontalieri d’oltralpe, che vedono ancora bloccati i trasferimenti dei ristorni fiscali ai 100 comuni di frontiera. Ed è proprio il governo italiano, su interrogazione dei deputati PD Marantelli e Braga, ad annunciare per settembre la ripresa dei contatti con le autorità elvetiche per un dialogo fermo da oltre due anni. Nel video l’intervista a Fabrizio Ciavatta (Coordinamento frontalieri San Marino)
Annamaria Sirotti
Indicato nuovamente l’ultimo vero obiettivo: una legge ordinaria per stabilizzare il trattamento economico dei lavoratori, con tasse pagate nel paese in cui si lavora, che poi verserà allo stato di provenienza. Se il modello è quello svizzero, non va meglio ai 55mila frontalieri d’oltralpe, che vedono ancora bloccati i trasferimenti dei ristorni fiscali ai 100 comuni di frontiera. Ed è proprio il governo italiano, su interrogazione dei deputati PD Marantelli e Braga, ad annunciare per settembre la ripresa dei contatti con le autorità elvetiche per un dialogo fermo da oltre due anni. Nel video l’intervista a Fabrizio Ciavatta (Coordinamento frontalieri San Marino)
Annamaria Sirotti
Riproduzione riservata ©