L'accordo c'è, Grexit evitata. Ma ora per Tsipras si apre la sfida più ardua: quella di trainare il Paese verso l'approvazione, entro mercoledì, di quattro riforme, tra cui pensioni e Iva. Sono le prime condizioni poste dall'Eurogruppo, “per recuperare – come sottolineato dalla cancelliera tedesca Merkel - la fiducia minata dalla celebrazione del referendum del 5 luglio scorso”. Il piano prevede il ritorno della Troika ad Atene, e la creazione di un fondo dove confluiranno asset statali che saranno 'monetizzati' per generare 50miliardi di euro che andranno a ripagare il debito Esm. Fondo per cui Tsipras si è fortemente battuto perché si evitasse fosse messo in Lussemburgo, ma avesse sede in Grecia. Entro il 22 devono passare anche l'adozione del Codice di procedura Civile; mentre nel medio termine la Grecia dovrà prevedere misure più dure sul mercato del lavoro. Tutte le riforme saranno comunque monitorate dalla Troika. Insomma, un accordo fortemente condizionato. In cambio, Atene avrà l'ok al terzo salvataggio da 82-86 miliardi di euro, più un'apertura a 'riscadenzare' il debito, ma solo quando tutte le misure saranno attuate. La strada per Tsipras si preannuncia dunque tutta in salita con Syriza spaccata, l'ala radicale del partito definisce infatti l'accordo umiliante per la Grecia e per il suo popolo. Attacca anche l'ex ministro alle Finanze Varoufakis: “Avevo un piano per la Grecia per il dopo referendum – rivela - purtroppo non è stato appoggiato, anzi Tsipras malgrado il No vittorioso al referendum ha deciso per ulteriori concessioni”.
Silvia Pelliccioni
Silvia Pelliccioni
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