La due giorni di confronto – con categorie e sindacati –, e l'audizione in Commissione Consigliare sono state positive, assicura la Segreteria alle Finanze. Gli interlocutori avrebbero compreso le motivazioni del progetto di riforma delle imposte indirette: in primis l'adeguamento al modello dell'IVA europeo, nell'ottica di una progressiva internazionalizzazione. Rispondendo ad alcune preoccupazioni, è stato evidenziato che la norma è stata costruita per la realtà sammarinese; che l'imposta “la pagheranno i consumatori e che sarà modulata, anche attraverso un periodo di transizione, a favore della competitività dell'offerta dei settori commercio e servizi”. Il passaggio al nuovo sistema – è stato sottolineato dalla Segreteria – deve anche cogliere l'obiettivo di un risultato positivo per l'erario, e che l'introduzione dell'IGC, in quanto tale, non comporterà l'aumento automatico dei prezzi, perché vi saranno aliquote adeguate e appositi meccanismi di controllo. Ma le perplessità non mancano, specie da parte di Osla, Usc ed Usot. In una nota affermano che l'IGC non riduce il rischio di evasione e “non è vero che a maggior aliquota corrisponda maggior gettito, in quanto si riducono i volumi di vendita”. Inoltre – continuano le organizzazioni – dopo un periodo di transizione, l'amministrazione finanziaria si potrebbe trovare costretta ad aumentare l'aliquota, con effetti depressivi sui consumi. La segreteria – si chiedono – ha effettivamente soppesato il rapporto costi/benefici? Dubbi condivisi anche da Roberto Giorgetti; le cui argomentazioni erano state definite scarsamente consistenti dalla Segreteria. L'imprenditore ed esponente di AP – tuttavia – sostiene che i prezzi, comprensivi della nuova IVA, saranno necessariamente più alti. “Il comparto commerciale-turistico – afferma – produce oltre il 95% delle imposte monofase. Buonsenso sarebbe intervenire con cautela in questo settore, che sarà strategico per il futuro del Paese”
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