Quel che è certo è che se il principio dei due mandati e del tetto massimo dei 10 anni divenissero esecutivi, gran parte della classe dirigente del paese, verrebbe mandata a casa. Ma il parlamento ha approvato un’istanza d’arengo che chiede esattamente questo e la legge obbliga a legiferare in tal senso, anche se non sarebbe certo la prima volta che un’istanza approvata, viene poi ignorata. La presentazione della bozza di progetto di legge a tutte le categorie e associazioni ha inteso aprire uno spazio di confronto – riferisce la segreteria agli interni - prima che la proposta stessa fosse adottata dal Congresso di Stato in via definitiva, aprendo l’iter legislativo. I rappresentanti delle categorie economiche, della consulta degli ordini professionali e del Cons – riferisce sempre la segreteria agli interni - hanno espresso un giudizio estremamente positivo sul provvedimento. E’ stata inoltre proposta l’estensione degli stessi disposti normativi ai partiti. I suggerimenti avanzati saranno valutati in tempi brevi dal Governo. Ma il sindacato non ci sta ed esprime netta contrarietà. Per la Csu “è inaccettabile - al di là dei contenuti - che attraverso lo strumento legislativo si voglia intervenire unilateralmente nella vita democratica delle organizzazioni sociali, stabilendo dall’esterno la durata degli incarichi all’interno delle stesse organizzazioni”. Il Segretario Ciavatta conferma la disponibilità dell’Esecutivo al dialogo e all’approfondimento delle soluzioni proposte in attuazione della volontà del Consiglio Grande e Generale, ma respinge nella maniera più ferma le accuse di autoritarismo rivolte all’iniziativa del Governo.
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