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Incontro dell'Unione Artigiani

5 apr 2007
Unas
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Il fondo pensione artigiani è in forte passivo. Non è una novità, ma l’Unione oggi propone di istituire di nuovo il fondo unico per tutte le categorie, “visto che la differenziazione decisa negli anni ’90 non ha dato i frutti sperati”, ha detto il presidente Gianfranco Terenzi. Oggi le pensioni ordinarie pagate dall’Unas sono 406: con 700 artigiani in attività, per ogni pensione elargita attualmente ci sono solo 1,7 imprenditori attivi, quando il rapporto ottimale dovrebbe essere di 4 a 1. In questo modo, fanno notare, non si raggiungerà mai il pareggio.
Secondo problema, il contratto di industria e artigianato del 2005, mai sottoscritto dall’Unas. Il 94% degli artigiani, dicono i rappresentanti, applicano il vecchio contratto del 2002, ma l’Ufficio del lavoro sta applicando arbitrariamente alcuni articoli del contratto 2005, sottoscritto dalla sola Osla che pure, ricorda l’Unas, rappresenta solo 30 o 40 imprese artigiane, contro le 500 rappresentate dall’Unas. Uno degli articoli applicati coattivamente sono le stabilizzazioni dei frontalieri: “Quando un artigiano chiede il rinnovo del suo dipendente frontaliero – spiega l’Unas – l’Ufficio del lavoro procede arbitrariamente alla sua stabilizzazione, se è dipendente da più di 10 anni. Ciò ci pone fuori mercato rispetto ai nostri colleghi italiani”. L’Unas per questo ha già presentato istanza al magistrato del lavoro e non esclude di presentare ricorso alle istituzioni sopranazionali.
Ultima questione, i giochi. Il presidente Terenzi ricorda che l’articolo 12 della legge stabilisce che una quota dell’introito lordo dei giochi sia obbligatoriamente destinata ad iniziative e scopi di carattere sociale. Gli artigiani propongono di utilizzare tale quota per sovvenzionare il sistema pensionistico.

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