Dopo il rinnovo contrattuale siglato nel 2015 Anis e Csu si erano impegnate a verificare, ogni due anni, la reale incidenza dell'inflazione. Dalle verifiche è emersa una discrepanza del 2,5% tra inflazione reale ed aumenti già corrisposti: praticamente le buste paga del settore industria sono cresciuti del 2,5% in più dal 2013 ad oggi. Con la firma di questa mattina è stato concordata una nuova distribuzione degli aumenti, che dovrebbe consentire il riallineamento degli stipendi rispetto all'inflazione . Invariato l'1,2 % nel 2017, l'ulteriore 1,8% non verrà corrisposto interamente nel 2018 ma distribuito fino al 2021: 0,8% nel 2019, 0,5% nel 2020, 0,5% nel 2021. “L'accordo – si legge in una nota dei sindacati- ha inoltre stanziato nuove importanti risorse del fondo Servizi
Sociali a favore dei lavoratori che hanno subito la perdita delle retribuzioni nei fallimenti aziendali e rimasti a credito di diversi stipendi”.
Sociali a favore dei lavoratori che hanno subito la perdita delle retribuzioni nei fallimenti aziendali e rimasti a credito di diversi stipendi”.
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