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Inflazione: Rimini più cara di San Marino

3 ago 2007
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Un aumento del 2,4% in un anno. Questa la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevata a luglio a San Marino. Ci batte Rimini dove l’aumento è del 2,7, in controtendenza rispetto al dato italiano dell’inflazione che è scesa all’1,6 e al tasso europeo che è invece dell’1,8%.
Nelle tasche dei sammarinesi pesano gli aumenti delle spese per il trasporto, dei combustibili, dei generi alimentari e dei pacchetti vacanza tutto compreso che sono cresciuti di ben 16 punti. Il carovita fa capolino dentro e fuori casa. Salgono i costi dei servizi ricettivi e di ristorazione mentre il carrello della spesa invece vede l’aumento dei prezzi di pesce e prodotti ittici, della frutta – salita di addirittura 25 punti - di ortaggi e legumi, vino.
Il tasso di inflazione scende invece in Europa dove la fiducia di imprese e consumatori resta a livelli elevati. Nonostante ciò la Banca centrale europea - a detta di tutti gli addetti ai lavori, esperti del Fondo monetario internazionale compresi - si appresta a decidere una nuova stretta monetaria. Non oggi, quando nella tradizionale consultazione telefonica di agosto, i guardiani dell’euro lasceranno i tassi invariati al 4%. Ma piuttosto a settembre, o al più tardi - sostiene qualche economista - nel mese di ottobre. Del resto, agli inizi di luglio è stato lo stesso numero uno della Bce, Jean Claude Trichet, a paventare l'ipotesi di un nuovo aumento del costo del denaro (il nono), sottolineando come la banca centrale metterà in campo tutte le iniziative necessarie per garantire la stabilità dei prezzi.

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