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Italia paese dei falsi: al terzo posto mondiale per la produzione di marchi contraffatti

29 ott 2007
Vetrina
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Dall'abbigliamento agli accessori, all'informatica. Tutto taroccato. Acquisti ma anche produzioni. L'Italia e' il primo paese in Europa e il terzo del mondo a vendere e produrre oggetti contraffatti. E’ il risultato della ricerca realizzata dall'Istituto Piepoli e da Confcommercio.
Giovane con un’età che va dai 18 ai 34 anni, prevalentemente donna, l’identikit di chi compra “taroccato”. Nel 62% dei casi non si sente in colpa per l’acquisto motivato dalla convenienza ma anche dalla piacevolezza estetica. A mettere insieme i numeri e il giro d’affari del mercato dei falsi in Italia si superano i 7 miliardi di euro, di cui oltre 3 miliardi nei settori abbigliamento, accessori e prodotti multimediali e informatici che hanno registrato nell’ultimo anno 108 milioni di acquisti. Principalmente due i canali attraverso cui i prodotti vengono veicolati: le bancarelle abusive degli extracomunitari e il web. Almeno il 30% della merce venduta via Internet è contraffatta e questa quota - secondo una prima analisi dei dati – salirà ancora. Il prodotto taroccato, spiega la ricerca, è l’imitazione di un prodotto di marca. Si trova per le strade senza bisogno di cercarlo. E’ considerato poco costoso, alla portata di tutti, accessibile, divertente. Di fatto tra business della contraffazione e mercato mondiale degli stupefacenti si sta giocando un vero e proprio match tra chi dei due renda di più. La pirateria rappresenta nel mondo un giro d'affari da 180 miliardi di dollari. Una quantità immensa di denaro su cui la criminalità organizzata sta attaccando forte i propri tentacoli. Abbigliamento, ma non solo. Brevetti, elettronica, alimenti, dischi, film, giocattoli e anche farmaci: tutto si copia e tutto si rivende a meno. Con grandissimi rischi per imprese, mercato legale e salute del consumatore.

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