Smac Card al capolinea, va ripensata. Lo Ius sul piede di guerra parte da qui, denunciando il venir meno delle condizioni e dei presupposti che avevano lanciato la Smac, quale strumento per incentivare i consumi. Progetto virtuoso che è invece stato “cannibalizzato e danneggiato da scelte non in linea con quanto auspicato e chiesto dalle associazioni di categoria”. Nel mirino la “Smac Card sconti”, per cui lo IUS ricorda agli associati che dal 1° marzo potranno decidere di uscire dal sistema di scontistica, e continuare comunque ad applicare ai clienti ribassi anche superiori a quelli in vigore con la Smac. Chiedono di ripensarne la funzione, riprogettandola disgiuntamente dalla Smac Card fiscale, per renderla utile ed appetibile come era originariamente. E sotto accusa torna in parallelo proprio l'uso della Carta come forma di certificazione e dunque accertamento dei ricavi. OSLA, USOT e USC invitano gli operatori a supportare la petizione rivolta alla Reggenza, al Congresso di Stato, al Consiglio Grande e Generale per chiedere di abrogare la norma che istituisce la “Smac fiscale” o di modificarla, perché “il sistema di accertamento fiscale non finisca col ledere il diritto alla privacy del consumatore e il diritto alla riservatezza aziendale dell'operatore economico”. Altri rischi in evidenza: il limitare la libertà di spesa del consumatore, l'aumento dei costi, dei disagi operativi e burocratici per gli esercenti; finendo col deprimere lo sviluppo dell'intera economia.
In attesa di nuove soluzioni condivise, torna la proposta: sostituire l'attuale sistema di accertamento con quello in vigore fino al 2014, attraverso l'invio mensile dei ricavi.
Annamaria Sirotti
In attesa di nuove soluzioni condivise, torna la proposta: sostituire l'attuale sistema di accertamento con quello in vigore fino al 2014, attraverso l'invio mensile dei ricavi.
Annamaria Sirotti
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