Non solo crisi economica: a creare difficoltà ai giovani in cerca i lavoro anche i loro stessi profili sui Social network. A dirlo è uno studio statunitense della compagnia On Device, secondo il quale in media 1 giovane su 10 tra i 16 e i 34 si dice consapevole di essere stato rifiutato da un datore di lavoro a causa della propria attività sui social network – come, ad esempio, qualche like politicamente scorretto o qualche immagine imbarazzante pubblicata a tradimento dagli amici dopo una festa a base di alcool. Da un sondaggio a cui hanno partecipato seimila giovani provenienti da sei diversi paesi (Gran Bretagna, Stati Uniti, Nigeria, India, Brasile e Cina) emerge come siano i giovani cinesi i più consapevoli delle conseguenze che tweet e like potrebbero avere sulla loro carriera lavorativa. Dai dati forniti da On Device i ragazzi preferisco modificare i loro profili per piacere agli amici, piuttosto che essere appetibili agli occhi di un possibile datore di lavoro.
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