Parlare di frontalierato al confine tra Marche e Romagna, significa riferirsi ai 6mila lavoratori italiani che ogni giorno varcano il confine sammarinese. Ma gli effetti del decreto incentivi - con conseguente emorragia di aziende che minacciano di trasferirsi fuori dalla Repubblica - delineano scenari fino a poco tempo fa impensabili, sui quali pesa tra tutti il cosiddetto frontalierato alla rovescia, visto in particolare tutte le incognite che gravano con l’attuale normativa per extra UE che disciplina la materia. In comune hanno la difficoltà di essere tutelati: specie quando il lavoratore frontaliero si trova tra le forbici di una manovra finanziaria emessa su direttiva dell’unione europea e un confronto politico tra due Stati, Italia e San Marino, caratterizzato da rapporti sono sempre più tesi. Facile che, in una situazione come questa, diventi merce di scambio. La conferenza diventa così occasione per ripercorrere gli obiettivi centrati dai sindacati dopo anni di lavoro comune: dalla doppia imposizione, tamponato ma non ancora risolto, alla questione della stabilizzazione che ha portato a 3.500 assunzioni a tempo indeterminato. Alla politica si chiede dialogo e ascolto. Senza perdere l’occasione di lanciare un segnale: parlare insieme, in totale trasparenza, si può. Per dare riposte a tutti i lavoratori. In questo caso frontalieri. Nel video le interviste a Graziano Urbinati (Segretario generale della Camera di lavoro di Rimini) e Claudio Pozzetti (Coordinatore nazionale dei lavoratori frontalieri)
Sara Bucci
Sara Bucci
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