Le Segreterie di Stato al Lavoro e all’Industria cercano una mediazione tra le parti, un compromesso che sembra ancora lontano. Oggi l’incontro con i sindacati a cui i Segretari Marcucci e Arzilli hanno illustrato il documento consegnato dall’Anis nella giornata di ieri. 15 punti da discutere al tavolo tripartito. Le organizzazioni sindacali si sono riservate di esaminare e valutare le proposte, ma arrivano già i primi commenti.
Marco Beccari, CDLS, li definisce "l’ennesima provocazione per non firmare il contratto e prosegue sostenendo che da cinque mesi gli industriali intralciano il confronto con veti incrociati". Poi riassume così i 15 punti: "non vogliamo nessuna regola, nelle aziende facciamo quello che ci pare". Per Giuliano Tamagnini, CSdL, "tra le proposte più inaccettabili le 68 ore annue flessibili senza nessuna possibilità di essere negoziate da parte del lavoratore, e un ritorno all’orario di 40 ore settimanali, si presume a parità di salario, per aumentare la competitività delle imprese". “Ma l’economia - conclude - può crescere solo investendo nella conoscenza, nei nuovi settori dell’economia verde, nella qualità e innovazione dei prodotti”.
Intanto il sit in della CSU di domenica 6 dicembre si è guadagnato una bandierina sulla mappa di Google che riporta i punti caldi di sciopero e manifestazioni per i posti di lavoro in Italia.
L’Usl ritiene invece che lo sciopero sia lo strumento più inopportuno per forzare la firma sui rinnovi contrattuali. La crisi finanziaria ha già fortemente rallentato i cicli produttivi delle aziende e uno sciopero potrebbe danneggiarle ancora di più, mettendo a rischio altri posti di lavoro e la sopravvivenza stessa delle imprese. Per l’Usl occorre “fare sistema” e cercare le condizioni migliori di sviluppo.
Myriam Simoncini
Marco Beccari, CDLS, li definisce "l’ennesima provocazione per non firmare il contratto e prosegue sostenendo che da cinque mesi gli industriali intralciano il confronto con veti incrociati". Poi riassume così i 15 punti: "non vogliamo nessuna regola, nelle aziende facciamo quello che ci pare". Per Giuliano Tamagnini, CSdL, "tra le proposte più inaccettabili le 68 ore annue flessibili senza nessuna possibilità di essere negoziate da parte del lavoratore, e un ritorno all’orario di 40 ore settimanali, si presume a parità di salario, per aumentare la competitività delle imprese". “Ma l’economia - conclude - può crescere solo investendo nella conoscenza, nei nuovi settori dell’economia verde, nella qualità e innovazione dei prodotti”.
Intanto il sit in della CSU di domenica 6 dicembre si è guadagnato una bandierina sulla mappa di Google che riporta i punti caldi di sciopero e manifestazioni per i posti di lavoro in Italia.
L’Usl ritiene invece che lo sciopero sia lo strumento più inopportuno per forzare la firma sui rinnovi contrattuali. La crisi finanziaria ha già fortemente rallentato i cicli produttivi delle aziende e uno sciopero potrebbe danneggiarle ancora di più, mettendo a rischio altri posti di lavoro e la sopravvivenza stessa delle imprese. Per l’Usl occorre “fare sistema” e cercare le condizioni migliori di sviluppo.
Myriam Simoncini
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