Cifre storiche per il lavoro nello stivale. Torna a scendere la disoccupazione, all'11,1%, con un giugno che porta a recuperare quanto perso nel mese di maggio. Ma in evidenza sono le peformance relative a due categorie da sempre considerate il vulnus per l'occupazione: giovani e donne.
Lavoro in rosa mai così alto, almeno da quanto l'ISTAT ha iniziato a registrare, insieme ai dati, le tendenze socioeconomiche del ben Paese. Era il 1977. Lavora quasi 1 donna su 2 (48,8%) - tra i 15 e i 64 anni - con un tasso di occupazione femminile a giugno che tocca il 48,8%.
Giovani e lavoro, poi: hanno tra i 15 e i 24 anni quelli inclusi nelle statistiche. Il tasso resta tra i più alti in Europa, ma scende a 35,4% - calo oltre 1 punto (1,1 punti) - dopo che era arrivata a sforare negli anni più bui addirittura il 40%.
Cresce il lavoro – si diceva – per una ripresa che riguarda, sempre a giugno, ben 23 mila unità. Un balzo dovuto – spiega l'ISTAT – quasi esclusivamente al rialzo dei dipendenti a termine, aumentati di 37 mila unita'. Sono 2 milioni 690mila, toccando ancora un valore storico, il più dal 1992.
Segnali di crescita? Così almeno twitta il premier Gentiloni.
Mentre il tasso di inflazione a luglio frena ancora (1,1%) - è il terzo mese consecutivo - e i prezzi al consumo segnano un lieve aumento (+0,8%), arriva Abi a fare stime con una previsione di crescita del PIL nel 2017 dell'1,3%: rafforzamento che si prevede stabile anche per il biennio successivo.
Lavoro in rosa mai così alto, almeno da quanto l'ISTAT ha iniziato a registrare, insieme ai dati, le tendenze socioeconomiche del ben Paese. Era il 1977. Lavora quasi 1 donna su 2 (48,8%) - tra i 15 e i 64 anni - con un tasso di occupazione femminile a giugno che tocca il 48,8%.
Giovani e lavoro, poi: hanno tra i 15 e i 24 anni quelli inclusi nelle statistiche. Il tasso resta tra i più alti in Europa, ma scende a 35,4% - calo oltre 1 punto (1,1 punti) - dopo che era arrivata a sforare negli anni più bui addirittura il 40%.
Cresce il lavoro – si diceva – per una ripresa che riguarda, sempre a giugno, ben 23 mila unità. Un balzo dovuto – spiega l'ISTAT – quasi esclusivamente al rialzo dei dipendenti a termine, aumentati di 37 mila unita'. Sono 2 milioni 690mila, toccando ancora un valore storico, il più dal 1992.
Segnali di crescita? Così almeno twitta il premier Gentiloni.
Mentre il tasso di inflazione a luglio frena ancora (1,1%) - è il terzo mese consecutivo - e i prezzi al consumo segnano un lieve aumento (+0,8%), arriva Abi a fare stime con una previsione di crescita del PIL nel 2017 dell'1,3%: rafforzamento che si prevede stabile anche per il biennio successivo.
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