L’impatto della recessione economica si traduce in numeri. E lo scenario di San Marino, dopo 20 anni di crescita ininterrotta di economia ed occupazione, fa i conti con il segno meno:- 1,6% l’occupazione nel settore privato, -7% posti di lavoro nell’industria, ossia 452 persone a spasso. A questa fotografia già poco incoraggiante scattata dall’ufficio studi della confederazione Democratica dei Lavoratori Sammarinesi , si aggiunge la cassa integrazione che interessa 130 aziende e 950 lavoratori. Soffre in particolar il comparto industriale: i settori più colpiti sono quello tessile -23% e la meccanica. In comparti come costruzioni ed impiantistica l’occupazione è diminuita di 67 unità e segna un -5.2% nell’edilizia e un -3,2% nell’installazione impianti. L’unica buona notizia, che arriva dal commercio con i suoi 115 nuovi posti di lavoro, è da prendere con riserva: troppo rallentata, negli anni passati la crescita era stata decisamente più sostenuta. A risentire della crisi, che secondo la Cdls non si spiega solo con la congiuntura internazionale ma con lo squilibrio che a San Marino si è creato tra finanza ed economia reale, sono perlopiù i frontalieri, i giovani e gli operai. La ricetta anticrisi? Per la Cdls gli ingredienti principali sono tre: sviluppo, occupazione e responsabilità sociale.
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