Una discrezionalità di controllo ancora eccessiva, così come la burocrazia, che speravano sparisse del tutto. Sono le pecche maggiori della legge, secondo le associazioni di categoria. “Ci piace l'idea di dare più licenze in capo ad un solo imprenditore – dice Sandro Pavesi, Osla – ma è ancora l'ufficio industria a decidere se l'attività è congrua o meno. Se un imprenditore vuole vendere sanitari e libri – si chiede – perché dev'essere un ufficio a stabilire l'incompatibilità? Dovrebbe essere il mercato”. Anche Carlo Giorgi, Anis, fa notare che “in Lettonia un imprenditore compila tutto online e in 5 giorni è operativo. Oggi qui i tempi minimi sono 20 giorni”. Ostacoli che la segreteria all'Industria ritiene di aver superato. Nel video l'intervista a Marco Arzilli, segretario di Stato all'Industria
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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