I precari di tutte le scuole di ogni ordine e grado della Repubblica di San Marino vogliono portare a conoscenza l'opinione pubblica della loro situazione.
La finanziaria 2014 ci vede penalizzati per una decurtazione del 1,5% sul nostro salario, che riguarda tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione; in aggiunta ci vediamo tagliare ulteriormente lo stipendio del 5% solo per il fatto di essere PRECARI. Queste decurtazioni dovevano essere attuate tramite Decreto Delegato entro il 30 Giugno 2014 e previo confronto con le Organizzazioni Sindacali come previsto dall’articolo 44 della Legge 174/2013.
Il 27 gennaio 2014 il nostro stipendio è stato ridotto del 6,5%. A questo importo ci sono da aggiungere le trattenute fiscali che hanno colpito tutti i cittadini lavoratori, pubblici e privati.
Vogliamo sottolineare, per chi ancora non fosse al corrente della situazione dei lavoratori precari, che svolgiamo lo stesso identico lavoro dei nostri colleghi ma:
percepiamo un livello retributivo inferiore;
non abbiamo possibilità di carriera che ci sproni a essere sempre i migliori;
non abbiamo “fuori busta” per lavoratori meritevoli;
non possiamo fare straordinari ma tutte le ore fatte in eccedenza devono essere recuperate;
non maturiamo scatti di anzianità;
non percepiamo indennità;
spesso non abbiamo diritto alla maternità se non abbiamo un incarico continuativo annuale;
non possiamo accedere a mutui di finanziamento;
non maturiamo aspettativa;
nel caso ci dovessimo ammalare seriamente, non abbiamo diritto alla malattia continuativa.
Il lavoro precario andrebbe pagato in misura maggiore rispetto a quello stabile tanto più si devono "flettere" le condizioni di vita tanto più deve aumentare lo stipendio di un lavoratore.
Nel nostro Paese si ragiona al contrario. Come sempre.
Stiamo impiegando tutte le nostre forze e la buona volontà per condurre una battaglia per l’equità e la giustizia; crediamo nell’appoggio delle Organizzazioni Sindacali e siamo fiduciosi che i Segretari di Stato competenti ci daranno ascolto e appoggio.
Però adesso vogliamo dire BASTA, abbiamo intenzione di farci sentire e di mobilitarci in tutte le maniere possibili. Lo sciopero, oltre che essere un metodo di protesta, è sicuramente un grosso risparmio per le casse dello stato, ancora una volta sulle nostre spalle; quindi sicuramente studieremo metodi di protesta efficaci ma che non ci penalizzino ulteriormente.
La finanziaria 2014 ci vede penalizzati per una decurtazione del 1,5% sul nostro salario, che riguarda tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione; in aggiunta ci vediamo tagliare ulteriormente lo stipendio del 5% solo per il fatto di essere PRECARI. Queste decurtazioni dovevano essere attuate tramite Decreto Delegato entro il 30 Giugno 2014 e previo confronto con le Organizzazioni Sindacali come previsto dall’articolo 44 della Legge 174/2013.
Il 27 gennaio 2014 il nostro stipendio è stato ridotto del 6,5%. A questo importo ci sono da aggiungere le trattenute fiscali che hanno colpito tutti i cittadini lavoratori, pubblici e privati.
Vogliamo sottolineare, per chi ancora non fosse al corrente della situazione dei lavoratori precari, che svolgiamo lo stesso identico lavoro dei nostri colleghi ma:
percepiamo un livello retributivo inferiore;
non abbiamo possibilità di carriera che ci sproni a essere sempre i migliori;
non abbiamo “fuori busta” per lavoratori meritevoli;
non possiamo fare straordinari ma tutte le ore fatte in eccedenza devono essere recuperate;
non maturiamo scatti di anzianità;
non percepiamo indennità;
spesso non abbiamo diritto alla maternità se non abbiamo un incarico continuativo annuale;
non possiamo accedere a mutui di finanziamento;
non maturiamo aspettativa;
nel caso ci dovessimo ammalare seriamente, non abbiamo diritto alla malattia continuativa.
Il lavoro precario andrebbe pagato in misura maggiore rispetto a quello stabile tanto più si devono "flettere" le condizioni di vita tanto più deve aumentare lo stipendio di un lavoratore.
Nel nostro Paese si ragiona al contrario. Come sempre.
Stiamo impiegando tutte le nostre forze e la buona volontà per condurre una battaglia per l’equità e la giustizia; crediamo nell’appoggio delle Organizzazioni Sindacali e siamo fiduciosi che i Segretari di Stato competenti ci daranno ascolto e appoggio.
Però adesso vogliamo dire BASTA, abbiamo intenzione di farci sentire e di mobilitarci in tutte le maniere possibili. Lo sciopero, oltre che essere un metodo di protesta, è sicuramente un grosso risparmio per le casse dello stato, ancora una volta sulle nostre spalle; quindi sicuramente studieremo metodi di protesta efficaci ma che non ci penalizzino ulteriormente.
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