La nuova legge sul commercio ipotizza la possibilità di aprire le licenze ai non residenti, affidando al piano di valorizzazione, che verrà definito entro un anno, di verificare se ci sono queste condizioni. E’ una ipotesi che il comitato shopping di Dogana e Serravalle chiede di trasformare al più presto in realtà, con una apertura graduale agli investitori esterni, dando la possibilità ai sammarinesi che hanno una licenza di poterla vendere anche ai non residenti, il tutto legato a progetti e iniziative commerciali selezionate e verificate dal Governo, con la consultazione delle categorie imprenditoriali del settore. Il presidente dell’Usci Marco Arzilli, fermamente contrario a questa possibilità, non nasconde la propria irritazione. “Non voglio, dichiara, che il nostro comparto venga svenduto ad avventurieri che arrivano da fuori per il vantaggio di 5/6 imprenditori che hanno interessi personali e voglio mettere in difficoltà le altre attività. Se pensiamo, rimarca Arzilli, di risolvere i problemi del commercio in questo modo vuol dire che l’esperienza e il lavoro degli operatori di casa non è servito a nulla. Se il governo intende portare avanti questa linea, conclude, sarà battaglia a tutto campo.” Il Presidente dell’Usot Gianfranco Ugolini ricorda che questa possibilità è demandata al futuro piano di valorizzazione ma che 'l’apertura ai non residenti ha un senso solo se l’investimento è di altissimo valore e comunque, sottolinea, deve essere legato a un progetto che va verso la qualificazione di San Marino e non può essere aperto a tutti. Indispensabile poi, conclude Ugolini, fare questo d’intesa con il governo e le categorie economiche'. 'Non è un tabù, commenta il Presidente dell’Osla Paride Bugli. E’ chiaro, dice, che se si parla di rilancio dell’intero comparto non si può pensare che l’unica soluzione passa per quella strada ma l’apertura a capitali importanti per progetti importanti nessuno la contesta. Noi, sottolinea, volevamo aprire ai non residenti il commercio all’ingrosso che oggi viene esercitato con le licenze industriali quando invece la stragrande maggioranza di queste società fanno proprio commercio'.
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