Secondo il ministro dell'Economia Tria il ritardo dell'Italia è inaccettabile e il Def punta alla crescita. I mercati si mostrano ancora scettici, lo spread non scende da quota 300.
Il governo vuole ridurre il divario di crescita con l'Europa per diminuire il rapporto debito/Pil, oltre a riportare gli investimenti pubblici al livello pre crisi, con 21 miliardi da distribuire in tre anni. Così il ministro dell'Economia Giovanni Tria che ha illustrato il Documento di economia e finanza alle commissioni bilancio di Camera e Senato. E intanto il Fondo Monetario rivede al ribasso la crescita dell'Europa tutta, confermando però l'Italia fanalino di coda, col Pil che cresce dell'1,2% nel 2018, e dell'1% nel 2019, in calo rispetto al +1,5% del 2017.
Anche lo spread non sembra intenzionato a scendere. Ebbene, per Tria la pressione fiscale in Italia intanto diminuirà fin dal prossimo anno, evitando gli aumenti dell'Iva per 12,5 miliardi e riducendo il prelievo su autonomi e piccole medie imprese, oltre che sulle società che reinvestono gli utili in occupazione e macchinari. L'indebitamento, come annunciato, sarà del 2,4% nel 2019, per scendere poi al 2,1 e all'1,8% nel biennio a seguire.
“Ora si apre una fase di confronto costruttiva con la Commissione Europea”, ha ribadito il ministro Tria che ha apprezzato le parole del presidente della Camera Fico, in missione proprio a Bruxelles, dove ha auspicato un abbassamento dei toni. E al termine del suo incontro col presidente Juncker, dopo aver visto ieri il commissario agli affari economici Moscovici, ha assicurato che il dialogo, sulla legge di bilancio, è aperto.
Francesca Biliotti
Nel video l'intervista a Roberto Fico presidente Camera dei Deputati
Il governo vuole ridurre il divario di crescita con l'Europa per diminuire il rapporto debito/Pil, oltre a riportare gli investimenti pubblici al livello pre crisi, con 21 miliardi da distribuire in tre anni. Così il ministro dell'Economia Giovanni Tria che ha illustrato il Documento di economia e finanza alle commissioni bilancio di Camera e Senato. E intanto il Fondo Monetario rivede al ribasso la crescita dell'Europa tutta, confermando però l'Italia fanalino di coda, col Pil che cresce dell'1,2% nel 2018, e dell'1% nel 2019, in calo rispetto al +1,5% del 2017.
Anche lo spread non sembra intenzionato a scendere. Ebbene, per Tria la pressione fiscale in Italia intanto diminuirà fin dal prossimo anno, evitando gli aumenti dell'Iva per 12,5 miliardi e riducendo il prelievo su autonomi e piccole medie imprese, oltre che sulle società che reinvestono gli utili in occupazione e macchinari. L'indebitamento, come annunciato, sarà del 2,4% nel 2019, per scendere poi al 2,1 e all'1,8% nel biennio a seguire.
“Ora si apre una fase di confronto costruttiva con la Commissione Europea”, ha ribadito il ministro Tria che ha apprezzato le parole del presidente della Camera Fico, in missione proprio a Bruxelles, dove ha auspicato un abbassamento dei toni. E al termine del suo incontro col presidente Juncker, dopo aver visto ieri il commissario agli affari economici Moscovici, ha assicurato che il dialogo, sulla legge di bilancio, è aperto.
Francesca Biliotti
Nel video l'intervista a Roberto Fico presidente Camera dei Deputati
Riproduzione riservata ©