È ovvio che tanto più in tempi di crisi si debbano tenere sotto controllo le spese, analizzando le uscite per capire dove si possono realizzare risparmi. Le spese nel bilancio dello Stato sono per la gran parte indicate come “spesa corrente”. Capita di sentire spesso a questo proposito dei commenti maliziosi e fuorvianti: uno molto in voga sostiene che la spesa corrente è impegnata quasi del tutto nelle spese per le retribuzioni del personale della Pubblica Amministrazione.
Tale diceria va assolutamente sfatata poiché, oltre ad essere falsa, viene strumentalmente usata per cercare di mettere le une contro le altre diverse categorie di lavoratori e per legittimare pseudo teorie secondo cui svendendo i servizi della PA si migliorano i servizi.
Andando ad approfondire qual è realmente la parte della spesa corrente impegnata dai salari dei dipendenti pubblici, questi incidono per poco più del 30%; da ciò si desume che il 70% della spesa corrente va in altre direzioni. È ovvio, a questo punto, che se vogliamo risparmiare l’impegno deve andare su tutte le voci di spesa corrente (in un'altra occasione parleremo di appalti e convenzioni varie).
La stessa Direzione della Finanza Pubblica, nella relazione tecnico Contabile 2013, rileva che all’interno di tale voce, oltre alla parte di spesa fissa ed obbligatoria per il funzionamento dell’amministrazione, una parte è dedicata alle spese di sviluppo e alla realizzazione di importanti progetti (promozione settore turistico commerciale, politica dei redditi, Progetto San Marino Card, formazione, studi, consulenze, collaborazioni varie, contributo ai partiti, interessi passivi vari e chi più ne ha più ne metta).
Tornando alle retribuzioni dei dipendenti pubblici, è utile fare un raffronto con una realtà almeno mediamente virtuosa e dove i salari sono magari più bassi che nella nostra realtà. Prendendo, ad esempio, tali dati riferiti alla provincia di Reggio Emilia, scopriamo che l’incidenza sul bilancio provinciale delle spese per il personale ammontano al 40% circa (un dato superiore rispetto al nostro).
Se poi consideriamo che in tale provincia la spesa corrente occupa circa il 58% del bilancio (sempre dati 2007), si deduce che i costi per il personale incidono sulla stessa spesa corrente in modo molto superiore rispetto alla realtà sammarinese.
Con ciò non vogliamo certo sottrarci alla necessità di realizzare credibili piani di risparmio nella Pubblica Amministrazione; vogliamo precisare che le politiche di risparmio vanno rivolte principalmente alla fetta di gran lunga più grossa della torta, ovvero al restante 70% della spesa corrente.
Comunicato stampa di Alessio Muccioli, Segretario FUPI-CSdL (Pubblico Impiego)
Tale diceria va assolutamente sfatata poiché, oltre ad essere falsa, viene strumentalmente usata per cercare di mettere le une contro le altre diverse categorie di lavoratori e per legittimare pseudo teorie secondo cui svendendo i servizi della PA si migliorano i servizi.
Andando ad approfondire qual è realmente la parte della spesa corrente impegnata dai salari dei dipendenti pubblici, questi incidono per poco più del 30%; da ciò si desume che il 70% della spesa corrente va in altre direzioni. È ovvio, a questo punto, che se vogliamo risparmiare l’impegno deve andare su tutte le voci di spesa corrente (in un'altra occasione parleremo di appalti e convenzioni varie).
La stessa Direzione della Finanza Pubblica, nella relazione tecnico Contabile 2013, rileva che all’interno di tale voce, oltre alla parte di spesa fissa ed obbligatoria per il funzionamento dell’amministrazione, una parte è dedicata alle spese di sviluppo e alla realizzazione di importanti progetti (promozione settore turistico commerciale, politica dei redditi, Progetto San Marino Card, formazione, studi, consulenze, collaborazioni varie, contributo ai partiti, interessi passivi vari e chi più ne ha più ne metta).
Tornando alle retribuzioni dei dipendenti pubblici, è utile fare un raffronto con una realtà almeno mediamente virtuosa e dove i salari sono magari più bassi che nella nostra realtà. Prendendo, ad esempio, tali dati riferiti alla provincia di Reggio Emilia, scopriamo che l’incidenza sul bilancio provinciale delle spese per il personale ammontano al 40% circa (un dato superiore rispetto al nostro).
Se poi consideriamo che in tale provincia la spesa corrente occupa circa il 58% del bilancio (sempre dati 2007), si deduce che i costi per il personale incidono sulla stessa spesa corrente in modo molto superiore rispetto alla realtà sammarinese.
Con ciò non vogliamo certo sottrarci alla necessità di realizzare credibili piani di risparmio nella Pubblica Amministrazione; vogliamo precisare che le politiche di risparmio vanno rivolte principalmente alla fetta di gran lunga più grossa della torta, ovvero al restante 70% della spesa corrente.
Comunicato stampa di Alessio Muccioli, Segretario FUPI-CSdL (Pubblico Impiego)
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