L’AASS è un bene dei cittadini sammarinesi e, oltre al semplice dato economico, poiché presenta bilanci in attivo, rappresenta un valore fondamentale in termini di controllo di settori strategici da parte dello Stato.
A mio avviso è necessario mantenere e rafforzare questa componente di controllo sull’AASS, azienda che fornisce servizi in settori chiave; non è infatti solo una questione economica (non si vendono i gioielli di famiglia), quanto un'opportunità strategica per uno Stato che praticamente non ha demanio né materie prime o risorse minerarie.
A nostro parere va rivista anche la politica di esternalizzazioni, effettuata ormai da diversi anni, che sta depauperando l’AASS delle professionalità necessarie per far sì che in futuro, per l’erogazione dei tanti servizi, non si cada in mano agli interessi privati. La tanto decantata qualità del privato rispetto al pubblico non sempre, alla prova dei fatti, si è dimostrata tale; per quanto riguarda i costi, anche qui si deve fare un'operazione di chiarezza, analizzando gli appalti e le ricadute che questi hanno sul nostro tessuto economico.
Provo a spiegarmi meglio: anche se dalla semplice lettura dei numeri si dovesse desumere la convenienza ad appaltare un servizio, non è detto che questa si verifichi nella realtà. Facciamo un esempio (per nulla lontano dalla realtà): supponiamo che si appalti un servizio qualsiasi e che tale appalto fosse vinto dall’azienda x (anche sammarinese, non importa) ad un costo inferiore a quanto costerebbe in termini di salario all’AASS. In termini puramente contabili parrebbe aver prodotto un risparmio.
Analizziamo però più approfonditamente il caso, mettiamo che chi ha vinto l’appalto non utilizzi personale residente, e che allo stesso tempo nel paese ci siano molti lavoratori disoccupati per i quali lo Stato versa ammortizzatori sociali; in più consideriamo che i salari percepiti da chi esegue l’appalto, non essendo residente in loco, saranno introdotti al di fuori dal territorio, determinando un drenaggio di spesa pubblica, la quale ha un effetto positivo sul PIL se, ovviamente, rimane in territorio; introducendo un paio di variabili, i conti cambiano notevolmente.
Tali necessità sono state affrontate dalla stessa Unione Europea (che ha come principio fondativo la libera circolazione dei lavoratori) che, tramite una direttiva pubblicata nella Gazzetta ufficiale della UE in data 28/3/2014 dispone, tra le altre cose, che criteri di aggiudicazione degli appalti possano essere (anche) finalizzati a favorire l'assunzione di disoccupati di lunga durata e di persone svantaggiate. Tali criteri possono, quindi, rappresentare criteri di aggiudicazione di appalti.
Si ritiene innanzitutto necessario, quindi, attivare un tavolo per conoscere chiaramente i costi attuali e quelli programmati relativi alle esternalizzazioni, e di favorire un processo di rilancio delle nostre professionalità per favorire l’impiego del nostro personale rispetto alla modalità appalto. Inoltre, quando questa si valuti indispensabile, che si risponda a determinati criteri che pongano degli obblighi relativamente all’impiego (in percentuale da determinare) di un numero minimo di personale residente per l’esecuzione del lavoro, fornitura o servizio oggetto dell’esternalizzazione o appalto.
Comunicato stampa Alessio Muccioli - Segretario FUPI-CSdL
A mio avviso è necessario mantenere e rafforzare questa componente di controllo sull’AASS, azienda che fornisce servizi in settori chiave; non è infatti solo una questione economica (non si vendono i gioielli di famiglia), quanto un'opportunità strategica per uno Stato che praticamente non ha demanio né materie prime o risorse minerarie.
A nostro parere va rivista anche la politica di esternalizzazioni, effettuata ormai da diversi anni, che sta depauperando l’AASS delle professionalità necessarie per far sì che in futuro, per l’erogazione dei tanti servizi, non si cada in mano agli interessi privati. La tanto decantata qualità del privato rispetto al pubblico non sempre, alla prova dei fatti, si è dimostrata tale; per quanto riguarda i costi, anche qui si deve fare un'operazione di chiarezza, analizzando gli appalti e le ricadute che questi hanno sul nostro tessuto economico.
Provo a spiegarmi meglio: anche se dalla semplice lettura dei numeri si dovesse desumere la convenienza ad appaltare un servizio, non è detto che questa si verifichi nella realtà. Facciamo un esempio (per nulla lontano dalla realtà): supponiamo che si appalti un servizio qualsiasi e che tale appalto fosse vinto dall’azienda x (anche sammarinese, non importa) ad un costo inferiore a quanto costerebbe in termini di salario all’AASS. In termini puramente contabili parrebbe aver prodotto un risparmio.
Analizziamo però più approfonditamente il caso, mettiamo che chi ha vinto l’appalto non utilizzi personale residente, e che allo stesso tempo nel paese ci siano molti lavoratori disoccupati per i quali lo Stato versa ammortizzatori sociali; in più consideriamo che i salari percepiti da chi esegue l’appalto, non essendo residente in loco, saranno introdotti al di fuori dal territorio, determinando un drenaggio di spesa pubblica, la quale ha un effetto positivo sul PIL se, ovviamente, rimane in territorio; introducendo un paio di variabili, i conti cambiano notevolmente.
Tali necessità sono state affrontate dalla stessa Unione Europea (che ha come principio fondativo la libera circolazione dei lavoratori) che, tramite una direttiva pubblicata nella Gazzetta ufficiale della UE in data 28/3/2014 dispone, tra le altre cose, che criteri di aggiudicazione degli appalti possano essere (anche) finalizzati a favorire l'assunzione di disoccupati di lunga durata e di persone svantaggiate. Tali criteri possono, quindi, rappresentare criteri di aggiudicazione di appalti.
Si ritiene innanzitutto necessario, quindi, attivare un tavolo per conoscere chiaramente i costi attuali e quelli programmati relativi alle esternalizzazioni, e di favorire un processo di rilancio delle nostre professionalità per favorire l’impiego del nostro personale rispetto alla modalità appalto. Inoltre, quando questa si valuti indispensabile, che si risponda a determinati criteri che pongano degli obblighi relativamente all’impiego (in percentuale da determinare) di un numero minimo di personale residente per l’esecuzione del lavoro, fornitura o servizio oggetto dell’esternalizzazione o appalto.
Comunicato stampa Alessio Muccioli - Segretario FUPI-CSdL
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