I primi dissidi nell’estate 2009: da una parte l’Anis che non sottoscrisse l’accordo tripartito e i rinnovi contrattuali; dall’altra Osla che siglò le tabelle retributive per industria e artigianato, rivendicando la validità “erga omnes” dei contratti. Contrasti che hanno reso necessaria la messa a punto di una bozza di lavoro: si parte dallo stabilire numeri minimi di rappresentatività per le categorie e i sindacati sia nella fase contrattuale che in quella conclusiva per poter conferire, nel caso, efficacia erga omnes ad un accordo. CSdL e CDLS ritengono che l’impianto non sia da scartare ma troppo macchinoso; si riservano comunque di valutare attentamente la proposta. Così pure l’Usl che però anticipa: “se ciò avvenisse, sarebbe un cambiamento epocale”. Una buona base di lavoro anche per l’Anis, ma con qualche punto debole da sistemare. Contraria Osla che invece preferirebbe non cambiare nulla se i termini sono questi. Più conciliante l’Usc. Alla base di tutto – sostiene Marcucci – c’è comuqnue l’esigenza di fare chiarezza. Nel video l'intervista a Gian Marco Marcucci (Segretario di Stato per il Lavoro)
s.p.
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