Tutelare il pane fresco: per San Marino – che può contare su otto forni attivi sul territorio - una conquista che risale ormai a due anni fa, soprattutto grazie alla sollecitazione dell'Unione Nazionale Artigiani Sammarinesi, pronta a farsi promotrice della salvaguardia del prodotto, per l'appunto artigianale, da quello fabbricato oltre confine su scala industriale; pane “frontaliero” che poi viene solitamente cotto e venduto nei supermercati sammarinesi. Ora anche il Parlamento italiano si appresta a varare il cosiddetto “testo unico del pane”, con cui verrà posto un freno a quei tentativi di concorrenza sleale che mettono sullo stesso piano pane fresco e surgelato. Occorreva imprimere un distinguo netto tra i due prodotti e sul Titano – osserva il presidente Unas, Loretta Menicucci – il gap normativo che tutela i fornai e i consumatori è stato colmato molto prima che oltre confine. Il Congresso di Stato, con apposito decreto delegato dell'agosto 2013, ha infatti introdotto – sempre su proposta degli Artigiani – l'obbligo di evidenziare il pane “parzialmente cotto”, quindi di derivazione industriale, in maniera diversa rispetto a quello fresco, con relative sanzioni in caso di mancata o errata segnalazione. “Il corretto passo successivo – sottolinea ancora l'Unas - sarebbe quello di passare all'etichettatura vera e propria, ma intanto è già un buon inizio”.
sp
sp
Riproduzione riservata ©