Zona Franca non discute la necessità di intervenire sulle pensioni, ma contesta il percorso sotto traccia adottato dal governo, quando invece si doveva aprire una discussione pubblica e avere il mandato del corpo elettorale. 'Lunedì, ricorda Alessandro Rossi, la riforma diventerà legge e la resistenza civile contro questo provvedimento è stata praticamente nulla. Le stesse associazioni di categoria sono silenziose - prosegue Rossi - nonostante il costo del lavoro sia destinato ad aumentare di circa il 6%. Piuttosto - conclude - prima di chiedere sacrifici vanno rivisti i riconoscimenti indebiti e le pensioni a regime Stato che oggi garantiscono a 431 persone una media di 7.700 euro al mese di pensione'. A Gianluigi Macina il compito di illustrare la nuova legge. La fase transitoria arriva sino al 2015 –2017. La pensione si calcolerà sugli ultimi 10 anni di stipendio e non, come oggi, su 5, per avere il 71% della retribuzione e non più il 92. 'L’aumento dei contributi - spiega Macina - significa che chi oggi guadagna 20mila euro all’anno, subirà un calo di 1.200 euro. Dovremo lavorare tutti fino a 65 anni, anche chi fa lavori particolarmente pesanti. E’ possibile il pensionamento anticipato ma con disincentivi così forti - sottolinea Macina - che possono ridurre la pensione al 55% dello stipendio. La riforma del sistema previdenziale - prosegueù - prevede di investire il 15% dei contributi nel mercato finanziario privato. Sarà lo stato a garantire la sicurezza di questi fondi. Avremoù - conclude Macina - una liquidità mostruosa affidata a un soggetto economicamente molto forte'. Ed è proprio per parlare dei danni delle previdenza integrativa privata e delle possibili vie di fuga che Zona Franca ha invitato Beppe Scienza, docente di matematica dell’Università di Torino e autore del libro “Il risparmio tradito”.
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