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Pensioni: confronto pubblico con Zona Franca

7 nov 2005
Pensioni: confronto pubblico con Zona Franca
Zona Franca non discute la necessità di intervenire sulle pensioni, ma contesta il percorso sotto traccia adottato dal governo, quando invece si doveva aprire una discussione pubblica e avere il mandato del corpo elettorale. 'Lunedì, ricorda Alessandro Rossi, la riforma diventerà legge e la resistenza civile contro questo provvedimento è stata praticamente nulla. Le stesse associazioni di categoria sono silenziose - prosegue Rossi - nonostante il costo del lavoro sia destinato ad aumentare di circa il 6%. Piuttosto - conclude - prima di chiedere sacrifici vanno rivisti i riconoscimenti indebiti e le pensioni a regime Stato che oggi garantiscono a 431 persone una media di 7.700 euro al mese di pensione'. A Gianluigi Macina il compito di illustrare la nuova legge. La fase transitoria arriva sino al 2015 –2017. La pensione si calcolerà sugli ultimi 10 anni di stipendio e non, come oggi, su 5, per avere il 71% della retribuzione e non più il 92. 'L’aumento dei contributi - spiega Macina - significa che chi oggi guadagna 20mila euro all’anno, subirà un calo di 1.200 euro. Dovremo lavorare tutti fino a 65 anni, anche chi fa lavori particolarmente pesanti. E’ possibile il pensionamento anticipato ma con disincentivi così forti - sottolinea Macina - che possono ridurre la pensione al 55% dello stipendio. La riforma del sistema previdenziale - prosegueù - prevede di investire il 15% dei contributi nel mercato finanziario privato. Sarà lo stato a garantire la sicurezza di questi fondi. Avremoù - conclude Macina - una liquidità mostruosa affidata a un soggetto economicamente molto forte'. Ed è proprio per parlare dei danni delle previdenza integrativa privata e delle possibili vie di fuga che Zona Franca ha invitato Beppe Scienza, docente di matematica dell’Università di Torino e autore del libro “Il risparmio tradito”.

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