L’Italia è uno dei Paesi più vecchi e longevi al mondo: nel 2030 gli over 64 saranno più del 26% della popolazione totale, ci saranno 4 milioni di persone non attive in più e 2 milioni di attivi in meno. Un quadro preoccupante, quello dipinto dal primo anno di lavoro del progetto “Welfare Italia, laboratorio per le nuove politiche sociali” di Censis e Unipol. Va da sé che il sistema pensionistico dovrà confrontarsi con seri problemi di compatibilità ed equità. Anche perché risulta che il 42% dei giovani, tra i 25 e i 34 anni, lavoratori dipendenti di oggi, andrà in pensione attorno al 2050 con meno di 1.000 euro al mese. “A San Marino siamo lontani da queste cifre – assicura il segretario di Stato alla Sanità Claudio Podeschi, che ha già presentato il progetto di riforma pensionistica – Le nostre proiezioni ci dicono che un giovane che inizia a lavorare dal prossimo 2 ottobre, quando andrà in pensione prenderà un 65% grazie al primo pilastro, ed un altro 10% col secondo. Per la retribuzione si calcola una media sugli ultimi 10 anni. Questo vuol dire – spiega – che con 2.000 euro di retribuzione prende il 75%, pari a 1.500 euro”.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
Riproduzione riservata ©