Cantieri fermi per la prima delle tre giornate di sciopero decise dall’assemblea dei lavoratori dell’edilizia privata. Dopo mesi di trattativa sul contratto di lavoro, scaduto il 31 dicembre dello scorso anno, quando sembravano esserci tutte le condizioni per rinnovare l’intesa, il sindacato accusa le associazioni imprenditoriali, e in primo luogo l’Anis, di avere scelto la strada dello scontro, buttando sul tavolo il proprio no al rinnovo automatico dei permessi di lavoro per i frontalieri con più di 4 anni di anzianità. Questa norma, ricordano dalla CSU, è già stata accettata dalla stessa Assoindustria, nell’ultimo contratto del settore privato. Dunque, sottolinea il vice segretario CDLD Mirco Battazza, non si tratta certo di una novità, né di una richiesta così dirompente da far saltare il tavolo contrattuale. A questo punto il sindacato intende rilanciare anche tutti gli altri aspetti contrattuali già discussi. I lavoratori, commenta Maria Grazia Pasquinelli, segretario della federcostruzioni della Csdl, hanno fatto molto bene a reagire con fermezza al tentativo di indebolire le condizioni dei frontalieri e di conseguenza di tutti gli occupati del settore. Dietro il tentativo delle associazioni imprenditoriali di mantenere differenziazioni di trattamento normativo, per la CSU c’è l’idea di ridisegnare un mercato del lavoro all’insegna della flessibilità senza regole, con il risultato di aumentare i livelli di precarietà come già accade sul fronte dei lavori atipici dove, sottolinea il sindacato, la regola dei contratti usa e getta vale per tutti: sammarinesi, residenti e frontalieri.
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