“Non siamo contrari alla stesura della fibra su tutto il territorio, semmai alla gestione della sua posa fino ad oggi da parte dell'Azienda di Stato per i Servizi”. Così i dipendenti di TIM San Marino, che tornano ad esprimere forte preoccupazione sulle modalità di attuazione del progetto, stimato in oltre 12 milioni di euro, “tali da rendere – dicono - più precaria la situazione degli attuali posti di lavoro nell’intero comparto e senza rispondere ad alcun controllo previsto dalle norme di settore, con servizi e piani tariffari che al contrario creano tensioni ed un'evidente distorsione del mercato”. La Rappresentanza sindacale aziendale - formata da Luigi Giardi, Claudio Bernardi e Paul Salvi, con il supporto di Erik Casali, - si riferisce in particolare alle tariffe pubblicate sul sito dell'AASS per i costi della fibra “spenta” oppure “accesa”: il canone indicato per la fibra passiva residenziale è di 7 euro, contro gli 8 euro della fibra attiva. “Costi stabiliti unilateralmente – obiettano - senza l'approvazione di una qualsiasi autorità di controllo. Ciò dimostra – aggiungono - un chiaro ed inutile dispendio di risorse pubbliche, a favore di pochi soggetti privati, disincentivati così nell'impegno ad investire in innovazione sul territorio e nell'assunzione di personale”.
L'assemblea dei dipendenti TIM San Marino invita pertanto l'AASS e l'attuale Governo a rivedere lo sviluppo del progetto e le politiche tariffarie del settore. Ricordano inoltre che già la Segreteria alle Telecomunicazioni del precedente Esecutivo non aveva fornito alcuna rassicurazione, prospettando loro la chiusura di Telecom ed una non meglio precisata riqualificazione dei dipendenti. “In ballo – spiegano oggi – ci sono 40 famiglie, per questo – avvertono - ci difenderemo, non siamo disposti a perdere il nostro posto di lavoro”. Chiesto intanto un incontro con il CdA dell'Azienda dei Servizi.
sp
Nel video l'intervista a Claudio Bernardi, Rsa TIM San Marino.
L'assemblea dei dipendenti TIM San Marino invita pertanto l'AASS e l'attuale Governo a rivedere lo sviluppo del progetto e le politiche tariffarie del settore. Ricordano inoltre che già la Segreteria alle Telecomunicazioni del precedente Esecutivo non aveva fornito alcuna rassicurazione, prospettando loro la chiusura di Telecom ed una non meglio precisata riqualificazione dei dipendenti. “In ballo – spiegano oggi – ci sono 40 famiglie, per questo – avvertono - ci difenderemo, non siamo disposti a perdere il nostro posto di lavoro”. Chiesto intanto un incontro con il CdA dell'Azienda dei Servizi.
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Nel video l'intervista a Claudio Bernardi, Rsa TIM San Marino.
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