“Un progetto importante, supportato da un investimento altrettanto cospicuo – dice Marco Arzilli dell’USC – ma è ora di trasformare gli intenti in fatti. I progetti servono a dare suggerimenti utili, poi sono necessarie le scelte di politica economica”.
Il presidente dell’OSLA, Maria Teresa Venturini, ribadisce la necessità del cambiamento: “I segnali di un sistema che non avanza ci sono da tempo. Nel 2005 abbiamo iniziato ad elaborare il piano per il commercio, puntando, per esempio, sull’elemento della formazione. Il fatto che ora sia una società blasonata come Ambrosetti a sollecitare l’impegno per lo sviluppo, significa che davvero è arrivato il momento di intervenire”.
Più critico GianFranco Ugolini dell’USOT: “Non c’è bisogno dello studio di una agenzia esterna per dire verità che sono ormai assodate. Il fatto che ci si debba muovere per non morire lentamente è noto e da tempo stiamo lavorando, per quanto riguarda il turismo - per ritrovare sviluppo e competitività. Ben venga il progetto Ambrosetti, però, se serve a risvegliare l’azione del governo”. L’auspicio per Ugolini è che le proposte che ne usciranno siano condivise e coinvolgano tutti gli operatori, veri artefici del cambiamento.
Guarda con positività ai contributi che vengono dagli osservatori esterni GianFranco Terenzi dell’UNAS, per meglio capire quale spinta imprimere allo sviluppo. Chiede però di non perdere di vista quelle che da sempre sono le caratteristiche di forza di San Marino e di non correre il rischio di snaturare un sistema, che sino ad ora ha funzionato.
Voci improntate all’ottimismo anche dagli operatori del sistema finanziario: “La situazione sammarinese – dice il presidente della Banca Centrale, Antonio Valentini - è nota in tutte le sue dimensioni. Il fatto però che sia una agenzia esterna a formalizzare una analisi di sistema e ad ufficializzare un possibile percorso di sviluppo è positivo. L’auspicio è che lo studio aiuti a dare impulso concreto al cambiamento”.
Il presidente dell’OSLA, Maria Teresa Venturini, ribadisce la necessità del cambiamento: “I segnali di un sistema che non avanza ci sono da tempo. Nel 2005 abbiamo iniziato ad elaborare il piano per il commercio, puntando, per esempio, sull’elemento della formazione. Il fatto che ora sia una società blasonata come Ambrosetti a sollecitare l’impegno per lo sviluppo, significa che davvero è arrivato il momento di intervenire”.
Più critico GianFranco Ugolini dell’USOT: “Non c’è bisogno dello studio di una agenzia esterna per dire verità che sono ormai assodate. Il fatto che ci si debba muovere per non morire lentamente è noto e da tempo stiamo lavorando, per quanto riguarda il turismo - per ritrovare sviluppo e competitività. Ben venga il progetto Ambrosetti, però, se serve a risvegliare l’azione del governo”. L’auspicio per Ugolini è che le proposte che ne usciranno siano condivise e coinvolgano tutti gli operatori, veri artefici del cambiamento.
Guarda con positività ai contributi che vengono dagli osservatori esterni GianFranco Terenzi dell’UNAS, per meglio capire quale spinta imprimere allo sviluppo. Chiede però di non perdere di vista quelle che da sempre sono le caratteristiche di forza di San Marino e di non correre il rischio di snaturare un sistema, che sino ad ora ha funzionato.
Voci improntate all’ottimismo anche dagli operatori del sistema finanziario: “La situazione sammarinese – dice il presidente della Banca Centrale, Antonio Valentini - è nota in tutte le sue dimensioni. Il fatto però che sia una agenzia esterna a formalizzare una analisi di sistema e ad ufficializzare un possibile percorso di sviluppo è positivo. L’auspicio è che lo studio aiuti a dare impulso concreto al cambiamento”.
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