Scioperi a scacchiera, a partire dalla prossima settimana, se l’Esecutivo non modificherà significativamente la propria proposta sulla parte economica del contratto. E’ quanto deciso dal direttivo unitario delle federazioni del pubblico impiego. Durante l’incontro è stato fatto un punto della situazione delle trattative con il Governo sulla piattaforma contrattuale. L’ostacolo maggiore resta la parte retributiva. La proposta d’aumento di 10 euro in cifra fissa, e dell’1,4% sulla base dello stipendio, è considerata assolutamente insufficiente dai rappresentanti dei lavoratori, che - nella piattaforma rivendicativa - avevano chiesto 60 euro e l’1,5% da calcolarsi su base retributiva e scatti. Posizioni troppo distanti insomma. Previsti – da mercoledì – presidi davanti ai vari uffici pubblici per informare dipendenti ed utenti dei motivi della protesta. Si partirà dal centro uffici; giovedì i presidi saranno di fronte all’Istituto per la sicurezza sociale; il giorno successivo scuole e azienda per i servizi. Venerdì il confronto con il Governo sul contratto. Se non si raggiungerà un accordo, mercoledì 25 scatterà lo sciopero. Sciopero di 3 ore a scacchiera, ufficio per ufficio, settore per settore per rendere più lunga ed incisiva la protesta che dovrebbe protrarsi per circa 2 settimane.
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