Presentato oggi al ministero dell'Istruzione il rapporto della Fondazione Agnelli sull'occupazione dei diplomati negli istituti Tecnici e Professionali. Dalla relazione emerge come, a due anni dalla maturità, soltanto un diplomato su tre (34,3%) svolge un lavoro coerente col titolo di studio, mentre la metà dei diplomati (51,3%) deve accontentarsi di un impiego qualsiasi.
Lo studio segnala che su 100 diplomati soltanto 30 si sono iscritti all'Università. Gli altri hanno preferito entrare subito nel mercato del lavoro dove però pare non abbiano trovato un contesto particolarmente favorevole: non più del 28% ha lavorato per più di sei mesi nei primi due anni post-diploma; nello stesso periodo, il 14,7% ha svolto lavori saltuari e frammentari. Nel 27,4% dei casi, invece, i diplomati non hanno seguito né l'una né l'altra strada entrando di fatto nella categoria dei Neet. Di chi ha iniziato a lavorare entro i primi due anni dalla fine della scuola, il 22,2% ha un contratto a tempo indeterminato e circa il 27,6% è inserito in un percorso di apprendistato.
Altro dato importante riguarda il genere e la cittadinanza: le diplomate sono infatti svantaggiate rispetto ai colleghi di sesso maschile, così come i diplomati di cittadinanza non italiana e coloro che hanno “strappato” il diploma con qualche anno di ritardo. È inoltre risultato che il voto della maturità non ha molto valore per entrare nel mondo del lavoro.
Lo studio segnala che su 100 diplomati soltanto 30 si sono iscritti all'Università. Gli altri hanno preferito entrare subito nel mercato del lavoro dove però pare non abbiano trovato un contesto particolarmente favorevole: non più del 28% ha lavorato per più di sei mesi nei primi due anni post-diploma; nello stesso periodo, il 14,7% ha svolto lavori saltuari e frammentari. Nel 27,4% dei casi, invece, i diplomati non hanno seguito né l'una né l'altra strada entrando di fatto nella categoria dei Neet. Di chi ha iniziato a lavorare entro i primi due anni dalla fine della scuola, il 22,2% ha un contratto a tempo indeterminato e circa il 27,6% è inserito in un percorso di apprendistato.
Altro dato importante riguarda il genere e la cittadinanza: le diplomate sono infatti svantaggiate rispetto ai colleghi di sesso maschile, così come i diplomati di cittadinanza non italiana e coloro che hanno “strappato” il diploma con qualche anno di ritardo. È inoltre risultato che il voto della maturità non ha molto valore per entrare nel mondo del lavoro.
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