“La forbice c’è ancora”. La voce dell’Associazione dell’industria sammarinese si unisce a quella del Congresso di stato nell’affermare che il divario retributivo e normativo tra il settore pubblico e quello privato esiste, eccome.
“Se fossimo nel Governo - commenta Carlo Giorgi -, accetteremmo la sfida lanciata dal sindacato, analizzando in termini oggettivi le differenze ancora in essere tra i dipendenti pubblici e quelli privati”.
L’Esecutivo, presentando le proprie proposte di aumenti retributivi al sindacato sul rinnovo contrattuale del pubblico impiego, ha sottolineato che è intenzione del Governo perseguire la riduzione graduale della forbice, giudicata incongrua, tra il settore pubblico e quello privato.
Per il Segretario della Federazione pubblico impiego della CDLS invece è stato rispolverato il solito vecchio luogo comune della forbice tra pubblico e privato quando basterebbe confrontare le busta paga dei dipendenti pubblici con i colleghi di pari livello dell’industria e dell’artigianato per accorgersi che non esistono disparità.
Ed è proprio questa la sfida che, secondo il Segretario dell’Anis, il Governo dovrebbe accettare, ovvero il confronto reale, non solo economico ma anche normativo, tra contratto pubblico e privato. “Una volta la cosiddetta forbice era addirittura del 25%. Sicuramente negli ultimi anni è stata ridotta ma di certo - conclude Giorgi -, è tutt’altro che sparita”.
“Se fossimo nel Governo - commenta Carlo Giorgi -, accetteremmo la sfida lanciata dal sindacato, analizzando in termini oggettivi le differenze ancora in essere tra i dipendenti pubblici e quelli privati”.
L’Esecutivo, presentando le proprie proposte di aumenti retributivi al sindacato sul rinnovo contrattuale del pubblico impiego, ha sottolineato che è intenzione del Governo perseguire la riduzione graduale della forbice, giudicata incongrua, tra il settore pubblico e quello privato.
Per il Segretario della Federazione pubblico impiego della CDLS invece è stato rispolverato il solito vecchio luogo comune della forbice tra pubblico e privato quando basterebbe confrontare le busta paga dei dipendenti pubblici con i colleghi di pari livello dell’industria e dell’artigianato per accorgersi che non esistono disparità.
Ed è proprio questa la sfida che, secondo il Segretario dell’Anis, il Governo dovrebbe accettare, ovvero il confronto reale, non solo economico ma anche normativo, tra contratto pubblico e privato. “Una volta la cosiddetta forbice era addirittura del 25%. Sicuramente negli ultimi anni è stata ridotta ma di certo - conclude Giorgi -, è tutt’altro che sparita”.
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