Il sindacato non è più così compatto sulla riforma tributaria. Più possibilista la Cdls, che vuole rimanere ancorata al tavolo del confronto fino all'ultimo momento per portare a casa le tre condizioni fondamentali richieste, ossia la no tax area, una rimodulazione delle aliquote e l'accertamento dei redditi. La Csdl sembra invece più intenzionata a proclamare un nuovo sciopero generale. Anzi, per la Confederazione del Lavoro, “governo e maggioranza si fanno beffe della volontà popolare espressa lo scorso 24 settembre. Confermano il forte aumento della pressione fiscale per dipendenti e pensionati e poi concede ancora nuovi sgravi, deduzioni e regalie che vanno incredibilmente ad abbassare la già ridottissima tassazione per gli autonomi e ad alimentare l'evasione fiscale. Ma non c'erano gravissime difficoltà nel bilancio dello Stato?”, si chiede. Anche per l'Usl è fondamentale accertare i redditi reali, e non è accettabile che per i dipendenti la riforma entri in vigore dal 1° gennaio e per gli altri si debba attendere una serie di adeguamenti. Anche l'opposizione si è messa di traverso e non si è presentata all'incontro a Palazzo Begni, perché a suo dire il confronto è partito troppo tardi, a bozza già scritta. Le forze di minoranza hanno invece incontrato la Csu. L'Usl ha visto la maggioranza, e alla segreteria Finanze l'incontro è stato puramente tecnico, coi sindacati, per tentare di correggere il tiro sul testo che sarà presentato al confronto definitivo.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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