In un anno Rimini ha perso qualcosa come 412 imprese, la maggior parte delle quali nel cosiddetto settore secondario, vale a dire nel comparto industriale. E' questo il segmento più colpito, dove 247 aziende hanno chiuso i battenti. Segno meno anche per i servizi, dove 93 attività hanno cessato di operare e nel settore primario: agricoltura e pesca. Qui sono 74 gli imprenditori che hanno gettato la spugna, sotto il peso delle difficoltà. Stabile il commercio, sia all'ingrosso che al dettaglio. E' un andamento comune a tutte le province emiliano romagnole, che nello stesso periodo di tempo, da settembre 2014 a settembre 2015, registrano variazioni negative. In una graduatoria delle sofferenze, Ravenna si colloca al primo posto, con un meno 1,5%, seguita da Rimini con un meno 1,2 così come Forlì-Cesena e Piacenza. Un decremento superiore alla media regionale e a quella nazionale. Dai dati diffusi dalla Camera di Commercio si evince che il calo più significativo è quello delle costruzioni, anche se le cose non vanno molto bene neppure nel settore dei trasporti, della ristorazione e dei servizi di alloggio. Sul piano della forma giuridica, sono in crescita le società di capitale con un più +178, e in lieve aumento le cooperative, e i consorzi. Diminuiscono le società di persone, 295 in meno e le imprese individuali.
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