Pare che l'Italia stia uscendo dalla crisi. Dati alla mano, lo annunciava quattro mesi fa il ministro Padoan. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Matterella, a novembre guardava al futuro con ottimismo. Le imprese in Italia stanno risollevando la testa. Il tasso di crescita è dello 0,24 %. Ma se lo sguardo si sposta sull'Emilia Romagna si spengono i sorrisi. Il saldo, in regione, è negativo: - 1.430. Nel riminese per la seconda volta il numero delle imprese è sceso sotto quota 35mila, al di sotto dei livelli pre-crisi. In quel periodo era stato raggiunto il picco massimo: 35.949. Era il 2011. Da allora in poi, la caduta libera. A fine 2015 le imprese attive erano 34.339. In rapporto all'anno precedente emerge un ulteriore calo dello 0,5%. Tradotto: rispetto al 31 dicembre del 2014, hanno chiuso i battenti 164 attività. Sono dati che fanno riflettere e che ci raccontano di un'economia ancora in sofferenza.
In cinque anni sono sparite 1.610 attività.
Entrando nel dettaglio, a soffrire di più sono ancora una volta il settore manifatturiero e quello delle costruzioni. La crisi dell'edilizia è un pozzo senza fine. In un anno si sono perse per strada 176 aziende. Faticano ad uscire dal tunnel non solo il settore secondario, ma anche quello primario, vale a dire: agricoltura, silvicoltura, caccia e pesca. Le poche note positive arrivano invece dal macro settore dei servizi che sta iniziando a tirare un po' il fiato invertendo, assieme al terziario tradizionale, la tendenza di calo dell'anno precedente. Con un aumento di 55 attività rappresenta infatti il 43% delle imprese riminesi. Il commercio al dettaglio e all'ingrosso segna invece un +26.
In cinque anni sono sparite 1.610 attività.
Entrando nel dettaglio, a soffrire di più sono ancora una volta il settore manifatturiero e quello delle costruzioni. La crisi dell'edilizia è un pozzo senza fine. In un anno si sono perse per strada 176 aziende. Faticano ad uscire dal tunnel non solo il settore secondario, ma anche quello primario, vale a dire: agricoltura, silvicoltura, caccia e pesca. Le poche note positive arrivano invece dal macro settore dei servizi che sta iniziando a tirare un po' il fiato invertendo, assieme al terziario tradizionale, la tendenza di calo dell'anno precedente. Con un aumento di 55 attività rappresenta infatti il 43% delle imprese riminesi. Il commercio al dettaglio e all'ingrosso segna invece un +26.
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