In agenda c’era il progetto di patrimonializzazione della Cassa, un piano per rafforzare il capitale dello storico istituto di credito e, conseguentemente, rilanciarne l’azione e la presenza sul territorio. Un intervento considerato strategico che guarda al futuro e introduce strumenti innovativi, come le obbligazioni convertibili, che potranno in seguito essere trasformate in vere e proprie azioni della Cassa di Risparmio, aprendo così all’azionariato popolare. Ma la riunione congiunta dei due consigli di amministrazione, della Fondazione e della Cassa, è stata la prima del 2012 e, soprattutto, la prima dopo la conclusione delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Forlì. In attesa della decisione dei giudici forlivesi, se cioè rinviare o meno a giudizio la Cassa di Risparmio dopo il proscioglimento della Fondazione, i due organi di gestione hanno fatto il punto della situazione, discusso le posizioni dei difensori, che hanno potuto iniziare l’esame dei tanti faldoni in cui il sostituto procuratore, Fabio Di Vizio, ha raccolto la montagna di documenti. Verso la fine della prossima settimana dovrebbero prendere il via gli interrogatori che una parte considerevole gli stessi indagati hanno richiesto: 15 sui 30 che hanno ricevuto la comunicazione di chiusura delle indagini. Nei giorni scorsi si era ipotizzato una possibile richiesta di patteggiamento, da parte della Cassa di Risparmio, ma questo si tradurrebbe in una sorta di ammissione di responsabilità, con le conseguenze del caso, mentre nel CdA non mancano le voci di chi, invece, non vede l’ora di esporre con chiarezza, dati e documenti alla mano, l’intera operazione Delta. Il Presidente della Fondazione, Tito Masi, si limita a commentare: “tutte le ipotesi saranno doverosamente valutate, con grande prudenza e con la massima cautela”. Nel video l'intervista a Tito Masi
Sergio Barducci
Sergio Barducci
Riproduzione riservata ©