La Rsa della Colombini ha avuto l’opportunità di approfondire ed avanzare proposte rispetto al Decreto delegato previsto nella legge di bilancio previsionale 2013 (art. 34), che prevede, per i lavoratori frontalieri, la restituzione della quota non recuperata in sede di dichiarazione dei redditi in Italia. "Abbiamo apprezzato la volontà dichiarata dal Segretario Felici - scrive in una nota la struttura sindacale - che in premessa ha espresso l'intendimento di voler rispettare i tempi nell’emanazione del decreto (marzo 2013), e di arrivare quanto prima all’approvazione della legge tributaria che, oltre a prevedere la possibilità di dedurre le spese effettuate in territorio anche per i non residenti, dovrà eliminare definitivamente la diversità di trattamento". È stato chiarito inoltre che per calcolare l'importo dovuto dallo Stato di San Marino ai lavoratori frontalieri rispetto ai redditi prodotti nel 2011, verrà considerata l'incidenza reale che l'effetto combinato tra deduzioni e detrazioni spettanti in Italia ha prodotto su ogni singola posizione fiscale, affinché non ci siano ulteriori penalizzazioni causate dagli effetti dell’articolo 56 della finanziaria 2011.
"Rispetto a ciò, un elemento qualificante del confronto è stato l'impegno espresso dal Segretario Felici di reiterare il provvedimento di recupero anche per gli anni 2012 e 2013. Impegno che, se concretizzato, porrebbe rimedio sul piano economico, anche se non su quello della discriminazione introdotta con l’art. 56, che rimane una pagina poco edificante della storia recente di questa antica Repubblica", prosegue la nota. "Non ci convince invece il tetto dei 30.000 euro, importo sopra il quale per i lavoratori frontalieri non ci sarà rimborso, poiché un criterio così rigido, oltre a non generalizzare un diritto, come dovrebbe essere, produrrebbe ingiuste sperequazioni verso quelle situazioni con carichi familiari importanti. Occorre ricordare che la tassazione, sia in Italia che a San Marino, aumenta già progressivamente in base al reddito, ma viene ridotta a tutti in presenza di persone a carico, mutui, spese mediche, ecc. Cosa che con questa soglia di reddito non avverrebbe."
Il Segretario di Stato si è dichiarato disponibile a tenerne conto. Nell'individuare invece strumenti e modalità propedeutici all'accreditamento dell'importo, si è convenuto sulla possibilità dell'utilizzo della San Marino Card (soluzione che assieme alla Fed. Industria CSU abbiamo sempre caldeggiato anche in tempi meno recenti), che per il sistema Paese avrebbe un ritorno sia economico che fiscale, visto che le transazioni sarebbero poi ineluttabilmente tracciate. Ad ogni modo, andranno valutate altre ipotesi, purché consentano il recupero anche per quei lavoratori che hanno lavorato nel 2011 ed al momento potrebbero non avere più un rapporto di lavoro. All'attenzione del Segr. Felici posto anche un fenomeno che sta crescendo in maniera esponenziale, ovvero quello del frontalierato al contrario, che coinvolge lavoratori residenti a San Marino che sono costretti a seguire l'azienda che si trasferisce fuori territorio; in diversi casi si tratta di persone con famiglie monoreddito che presentano dichiarazioni dei redditi in San Marino, senza che si vedano riconosciute né detrazioni né agevolazioni fiscali dal sistema sammarinese. Anche per questi casi, si potrebbe ipotizzare un provvedimento con criteri di progressività, finalizzato ad un rimborso parziale di quanto non recuperato, magari sempre attraverso lo strumento della SMAC, propedeutico a sostenere i redditi di quelle famiglie che oggi sono più in sofferenza.
"Rispetto a ciò, un elemento qualificante del confronto è stato l'impegno espresso dal Segretario Felici di reiterare il provvedimento di recupero anche per gli anni 2012 e 2013. Impegno che, se concretizzato, porrebbe rimedio sul piano economico, anche se non su quello della discriminazione introdotta con l’art. 56, che rimane una pagina poco edificante della storia recente di questa antica Repubblica", prosegue la nota. "Non ci convince invece il tetto dei 30.000 euro, importo sopra il quale per i lavoratori frontalieri non ci sarà rimborso, poiché un criterio così rigido, oltre a non generalizzare un diritto, come dovrebbe essere, produrrebbe ingiuste sperequazioni verso quelle situazioni con carichi familiari importanti. Occorre ricordare che la tassazione, sia in Italia che a San Marino, aumenta già progressivamente in base al reddito, ma viene ridotta a tutti in presenza di persone a carico, mutui, spese mediche, ecc. Cosa che con questa soglia di reddito non avverrebbe."
Il Segretario di Stato si è dichiarato disponibile a tenerne conto. Nell'individuare invece strumenti e modalità propedeutici all'accreditamento dell'importo, si è convenuto sulla possibilità dell'utilizzo della San Marino Card (soluzione che assieme alla Fed. Industria CSU abbiamo sempre caldeggiato anche in tempi meno recenti), che per il sistema Paese avrebbe un ritorno sia economico che fiscale, visto che le transazioni sarebbero poi ineluttabilmente tracciate. Ad ogni modo, andranno valutate altre ipotesi, purché consentano il recupero anche per quei lavoratori che hanno lavorato nel 2011 ed al momento potrebbero non avere più un rapporto di lavoro. All'attenzione del Segr. Felici posto anche un fenomeno che sta crescendo in maniera esponenziale, ovvero quello del frontalierato al contrario, che coinvolge lavoratori residenti a San Marino che sono costretti a seguire l'azienda che si trasferisce fuori territorio; in diversi casi si tratta di persone con famiglie monoreddito che presentano dichiarazioni dei redditi in San Marino, senza che si vedano riconosciute né detrazioni né agevolazioni fiscali dal sistema sammarinese. Anche per questi casi, si potrebbe ipotizzare un provvedimento con criteri di progressività, finalizzato ad un rimborso parziale di quanto non recuperato, magari sempre attraverso lo strumento della SMAC, propedeutico a sostenere i redditi di quelle famiglie che oggi sono più in sofferenza.
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