Cifre e percentuali degli aumenti circolavano già da giorni ed ora con l'ufficialità che viene dalle delibere dell'Autorità per l'energia, pubblicate sul sito, l'ulteriore adeguamento delle tariffe è certezza. Adeguamento che l'Autorità ha ritenuto corretto accogliere però in misura parziale rispetto alle proposte di AASS. Per il gas l'aumento fissato è del 30% a partire dal 1° gennaio 2023 per ogni scaglione di consumo. L'impatto – riconosce l'Autorità – sarà significativo sulle famiglie meno abbienti, chiedendo “agli organi politici e istituzionali di trovare forme di individuazione di queste situazioni, e di valutare misure di intervento a salvaguardia delle stesse”.
Per l'energia elettrica, discorso decisamente più complesso: dal 1° gennaio 2023 una tariffa indicizzata, variabile con l'andamento dei mercati, frutto della mediazione tra Azienda dei Servizi e Autorità. Il meccanismo, non di immediata comprensione, può essere però così semplificato: si procede anche in questo caso a scaglioni. La ratio in definitiva è sempre la stessa: chi consuma meno, risparmia. Il prezzo dell'energia si ottiene dalla somma tra il PUN, ovvero il numero stabilito ogni mese in Italia e che corrisponde al prezzo unico nazionale e il P0 cioè lo spread unitario composto dai costi operativi che sostiene AASS (6.500.000 euro all'anno); l'utile complessivo di servizio (7.000.000); i costi fissi di trasporto (2.600.000) e poi le due voci in negativo, quelle cioè che consentono ai cittadini in poche parole di pagare meno: la restituzione di quote fisse in bolletta (-6.340.000 euro annui) e – 10.000.000 di retrocessione delle coperture finanziarie. Un punto, quest'ultimo, al centro della discussione tra le parti: “È evidente che tale cifra proposta risulta essere decisamente inferiore alla stima di 50 milioni di € effettuata da Key to Energy ad inizio settembre – scrive l'Autorità, riuscendo tuttavia ad ottenere da AASS – spiegano – la garanzia di mantenimento di tale cifra anche per gli anni a venire, in considerazione dei potenziali rischi per l'Azienda in caso di diminuzione del PUN in futuro. I primi ritocchi partiranno comunque dal 1° dicembre 2022 ma – spiega l'autorità - con una minor quantificazione dello spread medio rispetto a gennaio.
Passaggi che affronteranno ulteriori approfondimenti. “Assieme ai vertici dell'Azienda – fa sapere la Segreteria di Stato per il Lavoro con delega ai rapporti con l'AASS - questi dati saranno elaborati nel fine settimana per chiarire l’impatto che avranno su un’utenza media. Già convocata per lunedì 21 novembre una conferenza stampa, insieme alla Segreteria di Stato per le Finanze "per comunicarli ufficialmente e con esatta precisione al fine di evitare ogni forma di strumentalizzazione". E per fare ulteriore chiarezza organizzata una serata pubblica di confronto con la cittadinanza per mercoledì 23 novembre alla Sala Ex International di Borgo Maggiore. “Da una prima analisi, - chiosa la Segreteria - si è intanto potuto constatare che l’approccio adottato dall’Autorità per l’Energia non lascia spazio a presunte speculazioni o ingiustificati aumenti”.