Hanno scelto la linea dura, e continueranno fino a che l’Anis e l’Associazione banche non ammorbidiranno la loro posizione.
I dipendenti degli istituti di credito sammarinesi, che hanno aderito al contratto unico, si sono ritrovati anche sabato mattina nella sede della Centrale Sindacale Unitaria, per una nuova assemblea, mentre alcuni sportelli della Banca agricola commerciale e dell’Istituto bancario sammarinese sono rimasti chiusi. Restano ancora quattro giornate di sciopero, proclamate sin da giovedì scorso, che avranno luogo a meno che la trattativa per il rinnovo contrattuale non si sblocchi. La prossima protesta si terrà venerdì, con una nuova assemblea pomeridiana al centro sociale di Fiorentino. Le parti finora sembrano comunque lontane. “A fronte di richieste già ponderate e ragionevoli – spiega Luigi Giardinieri, rappresentante sindacale della CDLS – le proposte delle controparti sono inaccettabili. Con un aumento del 3% annuo per mantenere il potere d’acquisto degli stipendi, l’offerta è stata dell’1,5%, di cui una metà variabile. La quota certa insomma, ammonterebbe al solo 0,7%”. Durante lo sciopero di ieri i dipendenti, riuniti a Dogana, hanno distribuito alla clientela volantini informativi per spiegare i motivi della protesta, addossando però ogni responsabilità per i disagi causati unicamente alle associazioni dell’industria e delle banche.
I dipendenti degli istituti di credito sammarinesi, che hanno aderito al contratto unico, si sono ritrovati anche sabato mattina nella sede della Centrale Sindacale Unitaria, per una nuova assemblea, mentre alcuni sportelli della Banca agricola commerciale e dell’Istituto bancario sammarinese sono rimasti chiusi. Restano ancora quattro giornate di sciopero, proclamate sin da giovedì scorso, che avranno luogo a meno che la trattativa per il rinnovo contrattuale non si sblocchi. La prossima protesta si terrà venerdì, con una nuova assemblea pomeridiana al centro sociale di Fiorentino. Le parti finora sembrano comunque lontane. “A fronte di richieste già ponderate e ragionevoli – spiega Luigi Giardinieri, rappresentante sindacale della CDLS – le proposte delle controparti sono inaccettabili. Con un aumento del 3% annuo per mantenere il potere d’acquisto degli stipendi, l’offerta è stata dell’1,5%, di cui una metà variabile. La quota certa insomma, ammonterebbe al solo 0,7%”. Durante lo sciopero di ieri i dipendenti, riuniti a Dogana, hanno distribuito alla clientela volantini informativi per spiegare i motivi della protesta, addossando però ogni responsabilità per i disagi causati unicamente alle associazioni dell’industria e delle banche.
Riproduzione riservata ©