Il Sindacato non ha istigato disordini, tant’è che a fermare le pochissime persone che premevano davanti all’ingresso di Palazzo Pubblico c’erano proprio i dirigenti della CSU. Queste azioni compiute da poche persone sono semmai frutto della forte esasperazione che serpeggia nel paese.
Quella di ieri è stata una delle più importati e imponenti manifestazioni democratiche degli ultimi trenta anni. È stata la dimostrazione che la parte sana del paese vuole cambiare, rimettendo al centro il lavoro, l’equità e la trasparenza, mentre la politica - che ha partorito questa finanziaria e che non ha saputo mettere il paese sui giusti binari per uscire dalla crisi e per recuperare i rapporti con l’Italia - non ha nessuna intenzione di farlo.
Le azioni compiute da parte di poche persone, non sono state un tentativo di occupazione del Palazzo Pubblico, che è la sede più alta della democrazia istituzionale, ma - pur non giustificandole - sono state l’espressione di un forte disagio e dell’esasperazione che serpeggia nel paese. Invitiamo pertanto il Governo e la maggioranza a una lettura più attenta e meno pregiudiziale su quanto accaduto, anche perché il Sindacato non ha istigato disordini. Tutt’altro: a fermare le pochissime persone che premevano davanti all’ingresso di Palazzo Pubblico c’erano proprio i dirigenti della CSU.
I tremila lavoratori che hanno manifestato civilmente sul Pianello, hanno dato una grande prova di partecipazione, fornendo una lezione di democrazia ai momentanei inquilini del Palazzo, ma soprattutto a chi, sentendosi “padrone” del Paese, ha bollato come “violenti” ed “eversori” migliaia di cittadini che incontrano difficoltà sempre più grandi nella loro vita quotidiana.
In molte famiglie c’è chi ha perso il lavoro, il reddito diminuisce per effetto della cassa integrazione, sempre più persone si trovano per la prima volte in ristrettezze economiche. E intanto intere categorie di lavoratori autonomi, che non hanno mai contribuito al bene pubblico in ragione delle loro disponibilità, continuano ad ostentare in modo sfacciato la loro ricchezza, e vengono premiate da una finanziaria che non dà nessun segnale di equità e di lotta all’evasione ed elusione fiscale, preferendo invece caricare ulteriormente la crisi sulle spalle dei lavoratori, che sono gli unici che denunciano i loro redditi fino all’ultimo centesimo.
Certamente ad aumentare l’esasperazione popolare ci sono anche le nuove norme che restringono le possibilità di assistere ai lavori Consiliari. Perché hanno voluto mettere tutte queste limitazioni? Cosa hanno bisogno di nascondere? La politica si è chiusa nel proprio recinto senza nemmeno ascoltare le richieste e le sollecitazioni della gente, che chiede almeno un segnale di inversione di tendenza e che venga tracciata una prospettiva di sviluppo per il futuro, che dia speranza a chi ha perso il lavoro e ai giovani che domani cercheranno un’occupazione.
Chi non ha voluto incontrare il sindacato ha perso un’occasione per ascoltare le ragioni della gente, venendo meno ad una funzione propria della democrazia. Noi ribadiamo la nostra volontà di incontrarci in qualunque momento con il Governo per ribadire le nostre proposte, che hanno il sostegno delle migliaia e migliaia di persone che hanno riempito la piazza della libertà e dei lavoratori dipendenti che nella quasi totalità ieri si sono astenuti dal lavoro, e per trovare delle soluzioni concertate che portino tutto il paese fuori dalla crisi.
Centrale Sindacale Unitaria
Quella di ieri è stata una delle più importati e imponenti manifestazioni democratiche degli ultimi trenta anni. È stata la dimostrazione che la parte sana del paese vuole cambiare, rimettendo al centro il lavoro, l’equità e la trasparenza, mentre la politica - che ha partorito questa finanziaria e che non ha saputo mettere il paese sui giusti binari per uscire dalla crisi e per recuperare i rapporti con l’Italia - non ha nessuna intenzione di farlo.
Le azioni compiute da parte di poche persone, non sono state un tentativo di occupazione del Palazzo Pubblico, che è la sede più alta della democrazia istituzionale, ma - pur non giustificandole - sono state l’espressione di un forte disagio e dell’esasperazione che serpeggia nel paese. Invitiamo pertanto il Governo e la maggioranza a una lettura più attenta e meno pregiudiziale su quanto accaduto, anche perché il Sindacato non ha istigato disordini. Tutt’altro: a fermare le pochissime persone che premevano davanti all’ingresso di Palazzo Pubblico c’erano proprio i dirigenti della CSU.
I tremila lavoratori che hanno manifestato civilmente sul Pianello, hanno dato una grande prova di partecipazione, fornendo una lezione di democrazia ai momentanei inquilini del Palazzo, ma soprattutto a chi, sentendosi “padrone” del Paese, ha bollato come “violenti” ed “eversori” migliaia di cittadini che incontrano difficoltà sempre più grandi nella loro vita quotidiana.
In molte famiglie c’è chi ha perso il lavoro, il reddito diminuisce per effetto della cassa integrazione, sempre più persone si trovano per la prima volte in ristrettezze economiche. E intanto intere categorie di lavoratori autonomi, che non hanno mai contribuito al bene pubblico in ragione delle loro disponibilità, continuano ad ostentare in modo sfacciato la loro ricchezza, e vengono premiate da una finanziaria che non dà nessun segnale di equità e di lotta all’evasione ed elusione fiscale, preferendo invece caricare ulteriormente la crisi sulle spalle dei lavoratori, che sono gli unici che denunciano i loro redditi fino all’ultimo centesimo.
Certamente ad aumentare l’esasperazione popolare ci sono anche le nuove norme che restringono le possibilità di assistere ai lavori Consiliari. Perché hanno voluto mettere tutte queste limitazioni? Cosa hanno bisogno di nascondere? La politica si è chiusa nel proprio recinto senza nemmeno ascoltare le richieste e le sollecitazioni della gente, che chiede almeno un segnale di inversione di tendenza e che venga tracciata una prospettiva di sviluppo per il futuro, che dia speranza a chi ha perso il lavoro e ai giovani che domani cercheranno un’occupazione.
Chi non ha voluto incontrare il sindacato ha perso un’occasione per ascoltare le ragioni della gente, venendo meno ad una funzione propria della democrazia. Noi ribadiamo la nostra volontà di incontrarci in qualunque momento con il Governo per ribadire le nostre proposte, che hanno il sostegno delle migliaia e migliaia di persone che hanno riempito la piazza della libertà e dei lavoratori dipendenti che nella quasi totalità ieri si sono astenuti dal lavoro, e per trovare delle soluzioni concertate che portino tutto il paese fuori dalla crisi.
Centrale Sindacale Unitaria
Riproduzione riservata ©