Dall’entrata in vigore del decreto Milleproroghe fino alla fine di febbraio si pagherà il 6%, dall’inizio di marzo fino alla fine di aprile il 7%. Non è una buona notizia per il sistema finanziario del Titano, visto che c’è continuità, anche se finora Banca Centrale non è intervenuta in aiuto di alcun istituto di credito. Si è creato infatti una sorta di mercato interbancario di liquidità tutto interno alla Repubblica, che ha visto movimenti per circa 140 milioni di euro. E’ stata efficace anche la circolare dell’Agenzia delle Entrate che ha rinviato il rimpatrio ai prossimi mesi allentando le tensioni di liquidità alla fine della manovra. La proroga non rappresenta un terremoto per il Presidente dell’ABS, “anche se avremmo preferito chiudere la partita - dice Pier Paolo Fabbri- e ripartire con maggior vigore”. Si apre infatti un’altra sfida: quella di un mercato in forte evoluzione. Più banca e meno finanza, maggiore servizio all’impresa e alle famiglie, minore interesse verso l’attività speculativa. Insomma più attenzione al mestiere tradizionale, di supporto alla cosiddetta economia reale. C’è attesa per la firma dell’accordo contro le doppie imposizioni, che dovrà rappresentare lo spartiacque fra il vecchio e il nuovo sistema. Con le nuove regole le banche prevedono di attrarre investimenti e di gestire capitali “in chiaro”, pur garantendo l’adeguata discrezione. “Un buon livello di riservatezza è un valore – spiega il Presidente Fabbri – e come tale va salvaguardato”.
Giovanna Bartolucci
Giovanna Bartolucci
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