Una scelta giuridica che riconosce l’uso improprio dei contratti di consulenza. Una sentenza di primo grado, destinata a fare giurisprudenza. Il Magistrato del lavoro ha accolto un ricorso presentato dal sindacato per una ex dipendente della società A&G, assunta con un contratto di consulenza ma che ha svolto mansioni da lavoratrice dipendente. Il Giudice ha riconosciuto lo status di lavoro subordinato e condannato l’azienda a versare la differenza tra quanto percepito dalla ricorrente e quanto invece spetta ai dipendenti con contratto di lavoro subordinato. Si tratta, commenta Giuliano Tamagnini della confederazione sammarinese del lavoro, di una sentenza che dà pienamente ragione, anche sul piano giuridico, a quanto la Csdl sostiene da anni e cioè che la maggior parte dei contratti di lavoro di consulenza e collaborazione esistenti a San Marino sono del tutto impropri in quanto si riferiscono a rapporti che in realtà si configurano come vero e proprio lavoro dipendente. Per Tamagnini è giunta l’ora che le associazioni imprenditoriali si decidano a togliere la protezione a migliaia di casi pressoché uguali a questo e che il Governo, attraverso i suoi organi di controllo, si impegni a fare rispettare le norme che tutelano i lavoratori in un quadro di rispetto preciso delle leggi. Siamo di fronte a una scelta giuridica, spiega Giorgio Felici della confederazione democratica dei lavoratori, che riconosce come fonte normativa quanto sottoscritto tra le parti sociali nell’ultimo contratto del settore industriale, ovvero i precisi obblighi che regolamentano i contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Felici rinnova al Governo l’invito ad avviare una verifica a tappeto nei confronti delle attività che utilizzano i contratti di consulenza. Aspettiamo una risposta in tempi brevi perché, sottolinea Felici, il fenomeno delle consulenze è molto diffuso, si parla di 1.800 contratto, e l’uso distorto delle assunzioni rappresenta una vera e propria piaga del mercato occupazionale sammarinese.
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