Il dio denaro. A Shanghai, la città più occidentale della Cina, il principale argomento di conversazione sono i soldi. Quanto guadagni, quanto costa. Il valore alle persone è calcolato in base al reddito. Qui mediamente lo stipendio medio è di 450 euro per chi lavora almeno 10 ore al giorno. Ma gli shanghainesi non si fanno problemi di orario, convinti come sono che più lavori, più guadagni e diventare ricchi è solo questione di tempo. Poco considerata da Mao, per il suo passato capitalista, Shanghai è diventata la vedetta proprio di quella visione del mondo oggi glorificata. Accanto ai platani della vecchia concessione francese, in cui hanno tramato e peccato protagonisti internazionali di tanta storia del novecento, i boschi di grattacieli passati nelle mani dei ricchi cinesi. Ma basta infilarsi nei vicoli per trovare persone che a fatica vivono questa formidabile città. Le loro case, perlomeno quelle che si affacciano sulle vie più trafficate, sono state riverniciate di nuovo per non far sfigurare la Cina dell’Expo, ma all’interno sono gli stessi tuguri, senza cucina, con il bagno in comune e i letti che si appiccicano ai muri appena alzati, altrimenti non c’è spazio per stare in piedi. Ma chi ci vive canta le lodi della città e del governo. Nel video l’intervista a Michael Lin (Project investiment)
L'inviata Sonia Tura
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