Carenza di personale infermieristico, precariato, rapporti con l’utenza, problemi della struttura ospedaliera: per il sindacato, e per la Csdl in particolare, non è più possibile rimandare i provvedimenti necessari per far fronte alle emergenze.
La Federazione pubblico impiego della Csdl ha annunciato l’avvio di un tavolo tecnico sulle tematiche inerenti all’Iss, per affrontare i tanti problemi rimasti irrisolti.
Il Segretario alla sanità, Fabio Berardi, rifiuta il termine collasso: “Non siamo in emergenza, non ci troviamo nella condizione di dover chiudere reparti perché mancano gli infermieri. Certo – aggiunge – il problema è cronico e abbiamo bisogno di risolverlo. Il nostro ordinamento è rimasto troppo rigido ma per risolvere le criticità possiamo affidarci alle cooperative del circondario, con le quali siamo convenzionati. Il capo infermiere, Guidi, monitora continuamente la situazione per avere sotto controllo i singoli carichi di lavoro, i periodi di assenza dovuti a permessi, ferie e malattie. Ma è chiaro che è una professione da incentivare, anche prevedendo modifiche normative – spiega il Segretario –. Ad esempio potremo lavorare sul salario d’accesso, affinché gli infermieri possano entrare a stipendio pieno. E poi vorremmo disincentivare i distacchi: un infermiere – cita l’esempio – che viene distaccato in biblioteca ma mantiene le sue indennità non va bene. Andremo a fondo di queste questioni”, conclude.
La Federazione pubblico impiego della Csdl ha annunciato l’avvio di un tavolo tecnico sulle tematiche inerenti all’Iss, per affrontare i tanti problemi rimasti irrisolti.
Il Segretario alla sanità, Fabio Berardi, rifiuta il termine collasso: “Non siamo in emergenza, non ci troviamo nella condizione di dover chiudere reparti perché mancano gli infermieri. Certo – aggiunge – il problema è cronico e abbiamo bisogno di risolverlo. Il nostro ordinamento è rimasto troppo rigido ma per risolvere le criticità possiamo affidarci alle cooperative del circondario, con le quali siamo convenzionati. Il capo infermiere, Guidi, monitora continuamente la situazione per avere sotto controllo i singoli carichi di lavoro, i periodi di assenza dovuti a permessi, ferie e malattie. Ma è chiaro che è una professione da incentivare, anche prevedendo modifiche normative – spiega il Segretario –. Ad esempio potremo lavorare sul salario d’accesso, affinché gli infermieri possano entrare a stipendio pieno. E poi vorremmo disincentivare i distacchi: un infermiere – cita l’esempio – che viene distaccato in biblioteca ma mantiene le sue indennità non va bene. Andremo a fondo di queste questioni”, conclude.
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