Due sole categorie di sconti, 2% e 5% per tutti i settori di vendita, eliminando quindi quelle attualmente previste in certi casi del 7 e 10% - tutto invariato comunque per alimentari e carburanti - in più, l'estensione ai liberi professionisti. Queste le novità più significative che le Finanze hanno presentato alle associazioni di categoria. L'obiettivo, dunque, è una SMAC dalla scontistica uniformata, “indispensabile – fanno sapere da Palazzo Begni - per una chiara comunicazione promozionale verso l'esterno e il rilancio del progetto di attrazione dei consumi". Dalla relazione delle Finanze emerge che le "strisciate" della Smac, di fatto, dal 2013 ad oggi, non sono cresciute di numero e volume. E ciò malgrado un aumento complessivo delle vendite del 13% registrato sul Titano nei primi sette mesi dell'anno rispetto allo stesso periodo del 2013, e nonostante la crescita degli aderenti attivi tra gli esercenti, passati da 404 a 569. Intanto, critiche alla proposta di revisione della scontistica SMAC arrivano dall'Unione Artigiani. Il raddoppio degli sconti – sostengono - costringerà molti associati all'uscita del circuito. “Alzare l'aliquota dal 2 al 5% “rappresenta un costo ingestibile per la piccola impresa” - ribadisce il segretario UNAS, Ugolini - e non può che avere ricadute sul prezzo finale”. Perplessità che domani saranno al centro di un incontro a Palazzo Begni.
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