Gli artigiani si apprestano a mesi difficili, sicuri che dal 1° gennaio inizieranno complicazioni, tensioni e persino sanzioni nell'attività di tutti i giorni. A pochi giorni dall’entrata in vigore della normativa legata all’obbligatorietà della certificazione delle transazioni utilizzando la piattaforma SMAC, UNAS, Unione Nazionale Artigiani, esprime tutta la propria preoccupazione relativa alla reale operatività della piattaforma e sostenibilità delle tempistiche e della logicità di quanto viene richiesto agli operatori.
Da mesi il governo ha chiuso ad ogni possibile confronto sul tema con la logica del “questo è e questo rimane!” non solo sugli aspetti legati alle scelte politiche, ma anche ad aspetti meramente tecnici richiesti per agevolare gli operatori.
E, come logica conclusione di questo atteggiamento, la Segreteria alle Finanze, o meglio l’Ufficio SMAC, definirà le scontistiche SMAC in modo autonomo, senza ascoltare le indicazione degli unici interessati: gli operatori economici. In barba ad ogni logica di confronto e buonsenso.
In un Paese così piccolo - come il nostro - non c’è bisogno di burocrazia! Si può ottenere il medesimo risultato con buonsenso e rispetto di tutte le parti.
Già dall’agosto 2013 come UNAS, visto l’indirizzo preso dalla politica, avevamo reputato la soluzione del registratore di cassa, quale male minore: formale per la certificazione dei ricavi, semplice per la gestione delle tempistiche.
Già da gennaio 2014 come UNAS, avevano richiesto la possibilità della SMAC a zero sconto per verificare nell’arco dell’anno ogni eventuale disfunzione o insostenibilità del sistema. Proprio per evitare che un sistema entrasse in funzione senza un test adeguato.
Ma no! Si è voluto utilizzare la SMaC pensando di attribuirle potenzialità non proprie. Per cosa? Per attribuire all’esercente, artigiano, o professionista il compito non dovuto di certificare passività del proprio cliente.
Ovvio che oramai non ci sono i tempi per il prossimo 1° gennaio, ma il nostro auspicio e che tutti si possano rendere conto delle estreme difficoltà scaricate sugli operatori economici, quando, riconsiderando eventualmente le pressioni fiscali di coloro che utilizzano la SMaC, e limitando l’onere degli operatori alla certificazione dei propri ricavi con metodologie sostenibili e riscontrabili anche in altri Paesi, molte rigidità verrebbero a sparire senza intaccare i principi previsti dalla riforma tributaria.
E per questo, purtroppo, nella consapevolezza che nei primi mesi ci saranno disagi, difficoltà, tensioni e forse sanzioni assolutamente penalizzanti di un comparto che merita sostegno e rispetto e non attacchi e penalizzazioni, UNAS già dai primi giorni del 2015 si farà promotrice tra i cittadini sammarinesi di una specifica istanza d’arengo sul tema.
Comunicato stampa UNAS
Da mesi il governo ha chiuso ad ogni possibile confronto sul tema con la logica del “questo è e questo rimane!” non solo sugli aspetti legati alle scelte politiche, ma anche ad aspetti meramente tecnici richiesti per agevolare gli operatori.
E, come logica conclusione di questo atteggiamento, la Segreteria alle Finanze, o meglio l’Ufficio SMAC, definirà le scontistiche SMAC in modo autonomo, senza ascoltare le indicazione degli unici interessati: gli operatori economici. In barba ad ogni logica di confronto e buonsenso.
In un Paese così piccolo - come il nostro - non c’è bisogno di burocrazia! Si può ottenere il medesimo risultato con buonsenso e rispetto di tutte le parti.
Già dall’agosto 2013 come UNAS, visto l’indirizzo preso dalla politica, avevamo reputato la soluzione del registratore di cassa, quale male minore: formale per la certificazione dei ricavi, semplice per la gestione delle tempistiche.
Già da gennaio 2014 come UNAS, avevano richiesto la possibilità della SMAC a zero sconto per verificare nell’arco dell’anno ogni eventuale disfunzione o insostenibilità del sistema. Proprio per evitare che un sistema entrasse in funzione senza un test adeguato.
Ma no! Si è voluto utilizzare la SMaC pensando di attribuirle potenzialità non proprie. Per cosa? Per attribuire all’esercente, artigiano, o professionista il compito non dovuto di certificare passività del proprio cliente.
Ovvio che oramai non ci sono i tempi per il prossimo 1° gennaio, ma il nostro auspicio e che tutti si possano rendere conto delle estreme difficoltà scaricate sugli operatori economici, quando, riconsiderando eventualmente le pressioni fiscali di coloro che utilizzano la SMaC, e limitando l’onere degli operatori alla certificazione dei propri ricavi con metodologie sostenibili e riscontrabili anche in altri Paesi, molte rigidità verrebbero a sparire senza intaccare i principi previsti dalla riforma tributaria.
E per questo, purtroppo, nella consapevolezza che nei primi mesi ci saranno disagi, difficoltà, tensioni e forse sanzioni assolutamente penalizzanti di un comparto che merita sostegno e rispetto e non attacchi e penalizzazioni, UNAS già dai primi giorni del 2015 si farà promotrice tra i cittadini sammarinesi di una specifica istanza d’arengo sul tema.
Comunicato stampa UNAS
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