La Smac dovrebbe essere prima di tutto uno strumento di attrattiva per le piccole grandi imprese sammarinesi aderenti al circuito-sconti. UNAS, Unione Nazionale Artigiani Sammarinese, all'indomani dell'incontro alla segreteria di Stato per le Finanze sulla nuova scontistica legata alla Smac, rinnova la sua fiducia verso la sua vocazione originaria.
Non solo quindi strumento fiscale, come previsto dalla recente riforma tributaria, per gli Artigiani la “carta-sconti nazionale” deve restare una card di fidelizzazione per la clientela, attraverso la ricarica offerta dagli operatori che hanno aderito al circuito scontistica.
Al vertice di ieri a Palazzo Begni, la delegazione dell'Associazione ha però evidenziato che le proposte di riforma degli sconti delle diverse categorie merceologiche devono essere sostenibili per gli operatori. “Diversamente- spiega il Segretario Generale UNAS, Pio Ugolini – in molti saranno costretti ad abbandonare il circuito” e limitarsi così all'adesione alla Smac fiscale, che non prevede la ricarica di quanto scontato, ma assolve solamente agli obblighi di legge, attraverso la registrazione della transazione economica.
In questo senso, gli Artigiani mettono in dubbio la vecchia proposta portata al tavolo dal governo, ovvero un rialzo complessivo dello sconto dal 2 al 5%, di cui lo Stato si farebbe carico solamentre dell'1% della ricarica, lasciando il 4% sulle spalle delle imprese.
Gli Artigiani si ritroverebbero così a dover raddoppiare la percentuale a proprio carico: “Il 4% - fa notare Ugolini - rappresenta un costo eccessivo e i nostri aderenti sarebbero così costretti ad uscire dal circuito, una conseguenza che non vogliamo”.
Fermo restando la libertà delle singole imprese all’adesione, in alternativa alla attuale proposta dell’ufficio SMAC, UNAS avanza una ipotesi di mediazione: portare la scontistica delle principali categorie merceologiche al 3,5%, distribuita per un massimo del 2,5% a carico degli operatori se almeno con un ulteriore 1% a carico dello Stato.
In questo modo “si stimolerebbe la permanenza e la crescita degli esercenti al circuito SMaC - si dice sicuro il portavoce degli Artigiani - e si eviterebbe l'effetto inflattivo della crescita dei prezzi finali, conseguenza inevitabile di uno sconto più alto”. E il tutto nel rispetto degli operatori che, non dimentichiamo, restano alle prese con un mercato in difficoltà”.
Meglio procedere per gradi, quindi, rispettando le dinamiche legate alla formazione del prezzo e i costi delle aziende: “Continuiamo a credere nella Smac 'scontistica' - conclude il segretario UNAS- ma vogliamo ci sia data la possibilità di restare nel circuito”.
Comunicato stampa Unas
Non solo quindi strumento fiscale, come previsto dalla recente riforma tributaria, per gli Artigiani la “carta-sconti nazionale” deve restare una card di fidelizzazione per la clientela, attraverso la ricarica offerta dagli operatori che hanno aderito al circuito scontistica.
Al vertice di ieri a Palazzo Begni, la delegazione dell'Associazione ha però evidenziato che le proposte di riforma degli sconti delle diverse categorie merceologiche devono essere sostenibili per gli operatori. “Diversamente- spiega il Segretario Generale UNAS, Pio Ugolini – in molti saranno costretti ad abbandonare il circuito” e limitarsi così all'adesione alla Smac fiscale, che non prevede la ricarica di quanto scontato, ma assolve solamente agli obblighi di legge, attraverso la registrazione della transazione economica.
In questo senso, gli Artigiani mettono in dubbio la vecchia proposta portata al tavolo dal governo, ovvero un rialzo complessivo dello sconto dal 2 al 5%, di cui lo Stato si farebbe carico solamentre dell'1% della ricarica, lasciando il 4% sulle spalle delle imprese.
Gli Artigiani si ritroverebbero così a dover raddoppiare la percentuale a proprio carico: “Il 4% - fa notare Ugolini - rappresenta un costo eccessivo e i nostri aderenti sarebbero così costretti ad uscire dal circuito, una conseguenza che non vogliamo”.
Fermo restando la libertà delle singole imprese all’adesione, in alternativa alla attuale proposta dell’ufficio SMAC, UNAS avanza una ipotesi di mediazione: portare la scontistica delle principali categorie merceologiche al 3,5%, distribuita per un massimo del 2,5% a carico degli operatori se almeno con un ulteriore 1% a carico dello Stato.
In questo modo “si stimolerebbe la permanenza e la crescita degli esercenti al circuito SMaC - si dice sicuro il portavoce degli Artigiani - e si eviterebbe l'effetto inflattivo della crescita dei prezzi finali, conseguenza inevitabile di uno sconto più alto”. E il tutto nel rispetto degli operatori che, non dimentichiamo, restano alle prese con un mercato in difficoltà”.
Meglio procedere per gradi, quindi, rispettando le dinamiche legate alla formazione del prezzo e i costi delle aziende: “Continuiamo a credere nella Smac 'scontistica' - conclude il segretario UNAS- ma vogliamo ci sia data la possibilità di restare nel circuito”.
Comunicato stampa Unas
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