“L’istituto è sì dotato dei principali poteri in materia di vigilanza, ma è anche fortemente limitato nella disponibilità di strumenti, tipici di un’autorità monetaria, che consentono di garantire la necessaria liquidità al sistema, laddove si manifestassero improvvise ed ingenti necessità da parte degli istituti bancari”. Nella relazione consegnata ieri, Banca Centrale ha voluto subito mettere in chiaro le lacune normative che, in concreto, impediscono all’istituto una completa autonomia di fatto. E si legge ancora: “Con l’adozione dell’euro, la Banca Centrale risulta infatti priva della possibilità di creare base monetaria per sostenere finanziariamente il ruolo di “prestatore di ultima istanza”. E diversamente da altri Paesi con regimi monetari analoghi, San Marino non ha accordi con istituti internazionali, ad esempio la Banca Centrale Europea, o con autorità monetarie di altri paesi per fronteggiare i potenziali rischi di liquidità. Stando alla relazione, i rischi non sono mancati: il sistema bancario e finanziario presenta caratteristiche che, combinate con l’evoluzione esterna che si è recentemente registrata, si sono trasformate in alcuni casi in temporanee criticità. Tra queste Banca centrale ha segnalato: l’uso dell’euro senza che le banche abbiano la possibilità di accedere al rifinanziamento dell’eurosistema; la dipendenza dal sistema dei pagamenti italiano per effettuare operazioni di trasferimento di denaro; la sproporzione esistente tra raccolta bancaria e prodotto interno lordo; l’elevata incidenza dei depositi di pertinenza dei soggetti non residenti; la limitata presenza di banche facenti parte di gruppi bancari esteri; l’assenza di meccanismi di assicurazioni dei depositi.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
Riproduzione riservata ©